E’ vero, ieri c’era la festa del Movimento 5 Stelle a Napoli, la presentazione del simbolo di Italia Viva. Ma dite la verità: chi è più simpatico fra Beep Beep e Willy il Coyote?

Non chi vince facile, sù. Al contrario proprio lui, l’indomito che non si arrende mai, che rinasce dalle sue sceneri – martellato, schiacciato dalle trappole che architetta per fermare Beep Beep – e che a ogni sconfitta fa seguire una nuova sfida. Perdente in partenza.

Un po’ come Forza Italia che gareggia – sembra ormai inutilmente – con gli ex piccoli di Fratelli d’Italia e con i dispettosi colleghi della Lega.

Figurarsi poi se è possibile confrontarsi con la corazzata grillina o con gli esuberanti parlamentari di Matteo Renzi (ancora dietro nei sondaggi ma con un appeal mediatico che supera tutti a destra e senza freccia).
Ecco mentre ieri le telecamere erano puntate su Napoli e sul simbolo di Italia Viva, a Milano si celebrava la prima della due giorni di “Idee Italia” organizzata dalla capogruppo alla Camera, Maria Stella Gelmini. La vigilia della manifestazione si è consumata con l’annuncio della partecipazione di una delegazione azzurra all’evento convocato da Matteo Salvini a piazza San Giovanni per il 19 ottobre.

Una giornata dedicata all’Orgoglio italiano da cui i riottosi forzisti hanno fatto finta di smarcarsi fino all’ultimo. Ma dato che ormai, come Willy il Coyote, le tentano tutte per stare dietro a quei Beep Beep di leghisti e patrioti della Meloni, alla fine hanno dovuto cedere. Pensando di erodere agli alleati del centrodestra (più fratelli serpenti, per la verità) quello 0,001 di consensi che non servono a recuperare terreno ma a mostrarsi definitivamente subalterni.
Una voce fuori dal coro, però, c’è. E’ quella del vice coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Francesco Scoma che al tavolo delle Idee del partito di Berlusconi ha detto la sua. E non è stato diplomatico: “Se oggi il partito vuole rilanciarsi veramente, dovrebbe ricominciare a parlare al nord del Paese, alle imprese, alle categorie produttive e a tutto il mondo delle professioni, mondi con i quali abbiamo quasi perso il contatto. Se quattro Regioni del Sud valgono più del 50% degli attuali voti azzurri significa che qualcosa si è rotto e se per conservare l’unità del Centrodestra dobbiamo sacrificare la presenza di dirigenti, amministratori, battaglie storiche ad appannaggio della Lega credo seriamente che non riusciremo mai a recuperare il giusto posto che Forza Italia merita nella coalizione”.

Critico, rivendicativo dei risultati al Sud e col dito puntato direttamente ai dirigenti del partito azzurro che guarda caso provengono proprio dalle Regioni del Nord, eccezion fatta per la campana Mara Carfagna che, infatti, di presentarsi alla manifestazione di piazza San Giovanni, il prossimo week end, non ha alcuna intenzione.

Continua Scoma: “L’unità del centrodestra si potrà consolidare solamente se riusciremo a recuperare il ruolo di king maker di Forza Italia: nuove idee, sviluppo di un progetto e di visione per il futuro di tutto il Paese. Non dobbiamo fare altre prove di amore nei confronti di Salvini, sia lui capace di far tornare indietro solo una manciata dell’affetto e della stima a chi da venticinque di amore ne ha dimostrato forse anche troppo”.

E in fondo Scoma non ha voluto infierire. Perché sarebbe bastato citare solo l’ultimissimo episodio per dirla chiara e tonda. Forza Italia aderisce alla manifestazione di piazza San Giovanni e la Lega che fa? Annuncia che non appoggerà il candidato forzista Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, alle prossime regionali in Calabria. L’equivalente di un calcio dove non batte il sole.

Eppure qualche residuo strumento Forza Italia ce l’avrebbe. Togliere la fiducia – o minacciarla seriamente – ai governi a trazione leghista, per esempio. Cadrebbero giù giunte come quelle di Fontana in Lombardia, di Zaia in Veneto o di Fedriga in Friuli, per dire. Operazione rischiosa, non c’è dubbio. Dignitosa altrettanto per mostrare se non un “orgoglio italiano” almeno azzurro. Ma che forse, nelle menti dei vertici, consegna inesorabilmente il treno forzista alla rimessa ferroviaria.

Come se non stesse già succedendo. A 25 anni esatti, peraltro, da quella data simbolo, il 1994, che è stato insieme il successo politico del Cavaliere e l’inizio della sua fine.

Ultima nota per gli appassionati della futura alleanza M5S-Pd: da leggere l’intervista a Giancarlo Cancelleri oggi sul Corriere della Sera che apre definitivamente i cantieri dell’accordo politico (a partire dalla Sicilia per abbattere il governo Musumeci?). Ma Willy il Coyote è più simpatico.

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