• L’acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima finirà in mare.
  • Il piano del governo del Giappone.
  • La Cina protesta.

Il Giappone ha confermato che scaricherà più di un milione di tonnellate di acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima direttamente nell’Oceano Pacifico.

La notizia del piano è emersa la scorsa settimana a distanza di 10 anni dal terremoto più potente mai registrato in Giappone che innescò uno tsunami che inondò i reattori della centrale nucleare di Fukushima.

Le radiazioni cominciarono a fuoriuscire dall’impianto e le autorità istituirono una zona di esclusione intorno all’area dove si sono accumulati circa 1,25 milioni di tonnellate di acqua.

In una riunione che si è svolta oggi, martedì 13 aprile, il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha detto ai ministri che il governo ha deciso che il rilascio dell’acqua in mare è l’opzione «più realistica» e «inevitabile per ottenere la ripresa di Fukushima».

Il contenuto del materiale radioattivo è costituito da pioggia, falda acquifera e acqua utilizzata per il raffreddamento della centrale e aumenta di circa 140 tonnellate al giorno. Attualmente tutta quest’acqua contaminata è immagazzinata in cisterne nel sito ma lo spazio si esaurirà entro il prossimo autunno.

Quindi, in una nota che riguarda la decisione, il governo giapponese ha affermato: «Sulla base del rigoroso rispetto degli standard normativi che sono stati stabiliti, selezioniamo il rilascio oceanico».

Insieme ai funzionari governativi, l’operatore dell’impianto, Tokyo Electric Power (TEPCO), ha affermato che i radionuclidi possono essere ridotti ai livelli consentiti per il rilascio, sebbene il trizio, un materiale radioattivo non dannoso in piccole quantità, non possa essere rimosso.

Parlando alla stampa, il primo ministro Suga ha affermato che il governo ha elaborato «politiche di base per rilasciare l’acqua trattata nell’oceano, dopo averne garantito i livelli di sicurezza». Ha, inoltre, assicurato che il governo sta adottando misure per «prevenire eventuali danni».

La Cina ha descritto il piano come «estremamente irresponsabile» e ha affermato che è stato elaborato «senza riguardo per i dubbi e l’opposizione nazionali e stranieri». Il ministero degli esteri cinese ha affermato che la decisione «danneggerà gravemente la salute e la sicurezza pubblica internazionale e gli interessi vitali delle persone dei Paesi vicini».