All’interno della Panda di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta nelle acque del Lambro, sono state trovate tracce di sangue.

L’auto era parcheggiata non lontano dal fiume ed è stata sequestrata dagli investigatori. Il sangue è stato trovato sui sedili e, in particolare, sui tappetini.

L’ipotesi principale è il sucidio: la donna, prima di raggiungere il fiume, potrebbe essersi tagliat a le vene dei polsi.

Giovanna Pedretti era finita al centro di un caso mediatico per una recensione negativa omofoba e contro disabili lasciata la scorsa primavera su Google.

I versi di Pablo Neruda

Si è appreso, inoltre, che Giovanna Pedretti, su WhatsApp, come info, ha usato questi versi di Pablo Neruda: “Ti manderò un bacio con il vento, e tu lo sentirai! Ti volterai senza vedermi… ma io sarò lì”.

All’applicazione di messaggistica risulta che si sia collegata l’ultima volta sabato alle 9:28 di ieri, domenica 14 gennaio.

L’autopsia

La Procura di Lodi ha disposto l’autopsia sul corpo di Giovanna Pedretti. Proseguono, inoltre, gli accertamenti dei carabinieri di Lodi per ricostruire i movimenti della donna dopo aver fatto perdere le proprie tracce.

Le reazioni della politica

Francesco Bonifazi, deputato di Italia Viva, su X ha scritto: “Non tutti hanno la forza e la salute mentale per resistere alla gogna. Articoli di giornale, alle storie Instagram, alle telecamere puntate addosso per giorni. Per quale grande inchiesta poi? Per una recensione forse falsificata. Grande giornalismo, non c’è che dire. Roba da premio Pulitzer. E intanto una donna probabilmente ci ha rimesso la vita. Per un pugno di like”.

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Il suo caso pone il tema di una riflessione profonda sul ruolo dell’informazione e, in particolare, del servizio pubblico televisivo. In queste ore rimbalzano, infatti, sui siti le immagini della sua intervista, realizzata dal Tg3, in cui la donna sembrerebbe essere incalzata su presunte incongruenze nel testo di una sua recensione”.

“Sul caso, strettamente mediatico e fermo restando il diritto di cronaca, deve essere la giustizia, se investita, a stabilire verità e responsabilità. Il dovere del servizio pubblico dovrebbe essere quello di garantire il rispetto della persona e, nel caso di persona oggetto d’indagine giudiziaria, ma non è questo il caso, del principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva. Il drammatico epilogo della vicenda deve richiamare direttori, giornalisti, conduttori, che scelgono di realizzare e trasmettere interviste e servizi con modalità volte alla spettacolarizzazione degli stessi, a ricordare e prevenire i rischi che comporta l’istruzione di processi mediatici sommari. Fermo restando che ancora dovrà esser fatta piena luce sull’accaduto, ed esprimendo le più sentite condoglianze alla famiglia della signora Pedretti, ci auguriamo che qualcuno possa dare delle spiegazioni vista la tragedia appena avvenuta”.

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