Approvati bilancio e finanziaria nazionale e ormai affossata la legge sullo Ius Soli questa tormenata legislatura volge al termine. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è ormai deciso a scigliere le camera dando ilv ia alle operazioni pre elettoraòli. Si tratterà di una fine di poco anticipata della legislatura rispetto alla scadenza naturale, prevista il prossimo 14 marzo. Ma la leggeb da la facoltà al Presidente della repubblica di scegliere quando sussistanmo le condizioni per lo sciglimento. Mattarella è orientato per chiudere questa tormenata legislatura subito dopo la conferenza di fine anno del Premier gentiloni che è prevista per giovedì 28. Los cgioglimento potrebbe, dunque, arrivare la sera deòllo stesso 28 diucembre o il mattino seguente, il 29 dicembre.
A partire da domani mercoledì 27 dicembre il Capo dello Stato, in base all’articolo 88 della Costituzione, convocherà i presidenti del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini, e, sentito il loro parere, emanerà il decreto di scioglimento dei due rami del Parlamento, che sarà controfirmato dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Successivamente, riceverà il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, probabilmente insieme al ministro dell’Interno, Marco Minniti, per firmare il decreto di indizione delle elezioni, con il quale, dopo la relativa decisione del Consiglio dei ministri, verrà fissata anche la data della seduta inaugurale delle nuove Camere, che in base all’articolo 61 della Carta dovrà svolgersi non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Se quindi si voterà il 4 marzo del prossimo anno, la diciottesima legislatura dovrebbe iniziare venerdì 23 marzo.
Al voto i cittadini dovranno essere chiamati non prima del quarantacinquesimo giorno a partire dalla pubblicazione del decreto di fissazione dei comizi elettorali e non oltre il settantesimo dallo scioglimento delle Camere.
Durante il procedimento che porterà alla fine della legislatura e all’inizio del percorso elettorale non è obbligatorio che il presidente del Consiglio si rechi, dimissionario o meno, dal Capo dello Stato. Quindi Gentiloni potrà rimanere in carica non solo per gli affari correnti, a maggior ragione se non presenterà le dimissioni, che comunque potrebbero essere sempre respinte lasciando il Presidente del Consiglio nei suoi pieni poteri.
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