In una notte carica di tensione al largo di Tunisi, un drone avrebbe colpito la principale imbarcazione della Global Sumud Flotilla, con a bordo l’attivista Greta Thunberg e membri chiave della spedizione. Mentre le autorità tunisine parlano di un semplice incendio accidentale, gli organizzatori denunciano un atto di sabotaggio.
La Global Sumud Flotilla, la coalizione internazionale di navi dirette verso Gaza per sfidare l’assedio israeliano, ha denunciato un attacco con drone contro la sua imbarcazione principale, la Family Boat nota anche come Familia Madeira. Questa barca di 35 metri, battente bandiera portoghese, trasportava i membri del comitato direttivo della spedizione, tra cui l’attivista svedese Greta Thunberg, figura simbolo del movimento ambientalista e pro-Palestina. Una clip video diffusa sui canali social della flottiglia mostra un lampo improvviso seguito da uno sprigionarsi di fumo a bordo, catturato da un’altra unità del convoglio. Tutti gli occupanti risultano illesi.
La denuncia degli attivisti
Gli organizzatori della Global Sumud Flotilla hanno descritto l’incidente come un chiaro tentativo di intimidazione. In un comunicato ufficiale pubblicato sui social media, hanno affermato che “atti di intimidazione non fermeranno la missione” e che l’iniziativa “prosegue con determinazione”. La Family Boat, ancorata nel porto turistico di Sidi Bou Said vicino a Tunisi, era pronta per salpare il giorno successivo. Il video dell’attacco, ripreso da un’altra imbarcazione, ritrae un oggetto sospetto che piomba dall’alto sulla nave, provocando un’esplosione e un incendio localizzato. Tra i passeggeri c’erano anche l’attivista brasiliana Yasemin Acar, il turco Suayb Ordu e l’equipaggio della precedente nave Madeleine, sequestrata dalle forze israeliane a giugno. La flottiglia, composta da circa 20-50 imbarcazioni con rappresentanti da 44 paesi, porta aiuti umanitari e mira a rompere il blocco su Gaza. “Tutti i partecipanti stanno bene, ma i dettagli sull’attacco restano limitati”, si legge nella nota.
La smentita ufficiale delle autorità tunisine
Le autorità tunisine hanno prontamente smentito le accuse di un attacco con drone, attribuendo l’incendio a cause accidentali. L’amministrazione generale della Guardia Nazionale tunisina ha emesso una nota ufficiale specificando che le notizie su un presunto attacco sono “prive di fondamento”. Secondo le prime indagini, il rogo sarebbe stato causato da una fiamma o da un mozzicone di sigaretta che ha innescato una delle giacche di salvataggio a bordo della nave. “Non vi è dunque alcun atto ostile o attacco esterno”, ha ribadito la Guardia Nazionale, sottolineando l’importanza di attingere alle informazioni da fonti ufficiali e mettendo in guardia i cittadini dal diffondere notizie false e voci infondate. Il Ministero dell’Interno tunisino ha confermato che unità di sicurezza hanno ispezionato la scena, determinando che il fuoco si è propagato da un giubbotto di salvataggio acceso accidentalmente, senza causare feriti o danni significativi oltre alla bruciatura di alcuni equipaggiamenti. Un’inchiesta è stata aperta per chiarire ulteriormente i fatti, mentre le immagini circolanti sui social sembrano suggerire, secondo alcuni osservatori, un impatto diverso, forse da un razzo di segnalazione.
La missione prosegue
Nonostante le divergenze sulle cause dell’incendio, i partecipanti alla Global Sumud Flotilla hanno annunciato di voler proseguire la missione senza intoppi. In un comunicato diffuso sui social da Tunisi, il coordinamento ha ribadito che “la nostra missione pacifica per rompere l’assedio a Gaza continua con determinazione e fermezza”. L’itinerario resta invariato: il convoglio intende salpare dalla capitale tunisina il 10 settembre per congiungersi in mare con altre imbarcazioni dirette verso la Striscia di Gaza. La flottiglia, partita da Barcellona la scorsa settimana e arrivata in Tunisia domenica, include attivisti da tutto il mondo, tra cui figure note come l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau, l’attrice Susan Sarandon e la musicista Clara Peya.
Le dichiarazioni di Thiago Avila
Davanti a una folla di sostenitori radunatasi al porto di Sidi Bou Said, l’attivista brasiliano Thiago Avila ha preso la parola con fermezza. “La nostra missione umanitaria non si fermerà e non sarà influenzata da alcuna minaccia. La Tunisia è un paese sovrano e rifiutiamo qualsiasi assalto al suo territorio. I nostri occhi sono puntati a Gaza”, ha dichiarato Avila, rilanciando le denunce sui canali ufficiali della Global Sumud Flotilla.




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