Durante la sua partecipazione al programma Otto e Mezzo su La7, il magistrato Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla sicurezza tecnologica del Ministero della Giustizia. Dichiarazioni che sono diventati virali su TikTok.

Gratteri ha dichiarato apertamente: “Il computer che mi ha dato il Ministero della Giustizia è un soprammobile sulla mia scrivania”.

Secondo il magistrato, infatti, gli strumenti forniti dal Ministero non garantiscono la sicurezza necessaria per il trattamento di informazioni sensibili, spingendolo a optare per dispositivi personali più affidabili, acquistati privatamente.

Critiche a Consip e agli acquisti pubblici

Gratteri ha puntato il dito contro il sistema di approvvigionamento centralizzato tramite Consip, evidenziando le sue carenze in termini di sicurezza: “Per la sicurezza bisogna uscire da Consip, a cominciare dalle macchine blindate. Stiamo comprando macchine straniere che costano magari 3-4 mila euro in meno, ma non sappiamo cosa ci può essere installato all’interno”.

Il magistrato propone un ritorno alla produzione italiana, in particolare per la fibra ottica, ritenuta cruciale per garantire una rete di comunicazione sicura: “Bisogna riaprire la fabbrica che produceva la migliore fibra al mondo, situata in Campania. L’Australia è stata cablata con fibra prodotta in Italia, mentre noi ora acquistiamo dall’estero”.

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Telecamere e sicurezza informatica a rischio

Un altro tema critico riguarda l’utilizzo di telecamere con microchip che, secondo Gratteri, trasmettono segnali all’estero, esponendo il paese a potenziali falle di sicurezza: “Abbiamo comprato telecamere con un microchip che portava il segnale all’estero. Il nostro sistema di sicurezza è un colabrodo”.

Gratteri ha poi paragonato il sistema informatico italiano agli acquedotti: “Negli acquedotti il 45% dell’acqua si perde, e lo stesso vale per le informazioni riservate: il 45% si perde, rendendo il sistema facile da attaccare”.

La vulnerabilità del Ministero della Giustizia

La denuncia più grave riguarda un episodio di hacking che avrebbe colpito il dominio del Ministero della Giustizia: “Abbiamo avuto il dominio del Ministero della Giustizia nelle mani di un hacker”. Questo evento sottolinea l’urgenza di una revisione completa delle infrastrutture digitali e dei protocolli di sicurezza.

Proposte per una strategia di sicurezza digitale

Infine, Gratteri non si limita alla critica, ma suggerisce un approccio proattivo per affrontare le vulnerabilità:

  • Uscire dal circuito Consip per garantire acquisti mirati e sicuri, soprattutto per dispositivi strategici come automobili blindate e infrastrutture di rete.
  • Incentivare la produzione nazionale di fibra ottica, riattivando fabbriche italiane di eccellenza.
  • Rifare il cablaggio nazionale, adottando tecnologie più sicure per proteggere dati sensibili.
  • Monitorare attentamente le tecnologie importate, come le telecamere, per prevenire fughe di dati.