La Chiesa sarebbe pronta ad accettare, se richiesto, che l’accesso alla Messa avvenga previo controllo del green pass. Lo scrive Avvenire.

Rispondendo a un lettore, che ha criticato la linea del giornale in merito alla necessità di procedere con le vaccinazioni e l’introduzione del meccanismo di controllo, il direttore del quotidiano Marco Tarquinio ha affermato di non auspicarsi che si concretizzi una necessità di questo genere ma che comunque nessuno alzerebbe un dito per protestare.

«Se la presentazione della Certificazione verde diventasse la norma per poter partecipare a ogni tipo di attività collettiva, se ne prenderebbe atto. Spero che non ci si arrivi, ma nel caso credo che i pastori e le comunita’ cristiane lo vivrebbero come un atto di amore e di responsabilità».

In ogni caso, ha aggiunto il direttore de L’Avvenire, «già ora le Chiese sono forse gli unici luoghi dove si rivaleggia con gli ospedali per rispettare tutte, ma proprio tutte, le misure di profilassi anti-Covid stabilite. È bello che nei luoghi di cura del corpo e dove si curano le anime si agisca con analogo scrupolo. E che chi ci opera sia larghissimamente vaccinato».

Comunque, in merito alle nuove disposizioni del Governo sul Green pass, la certificazione vaccinale non è richiesta per partecipare alle celebrazioni in chiesa.

Inoltre, il Green pass non è richiesto per le processioni e per chi frequenta i campi estivi. Resta ovviamente in vigore il protocollo sulle ‘Messe sicure’ del maggio 2020. La comunicazione della Diocesi alle parrocchie sulle istruzioni elaborate da Governo e CEI.

Nel dettaglio, il Green pass non è obbligatorio per la partecipazione e per la celebrazione delle diverse funzioni religiose. Inoltre, non è obbligatorio per partecipare alle processioni. Allo stesso modo non è obbligatorio per coloro che frequentano i campi estivi (ad esempio il GREST), anche quando è prevista la consumazione di pasti. Fanno eccezione i campi estivi che invece prevedono un pernottamento: per questa tipologia è necessario il Green pass.