“Basta con la vergogna di ottenere una mammografia dopo 13 mesi, di aspettare fino a un anno una colonscopia, una visita oncologica o neurologica, salvo pagare di tasca propria, impoverirsi sempre di più e far fare gli affari ai privati”.

Lo scrive su Facebook il neo Ministro della Salute Giulia Grillo, la pentastellata siciliana che inizia da qui la sua politica sanitaria. Lo scrive mentre fa partire una lettera indirizzata a tutte le Regioni nella quale assegna 15 giorni di tempo per fornire notizie sulla situazione delle liste d’attesa e sulle strategie messe in campo, a costo zero, per abbatterle di regione in regione.

“Lo abbiamo promesso nel contratto di Governo e adesso cerchiamo di passare dalle parole ai fatti. Oggi – conferma Grillo – ho inviato una circolare alle Regioni in cui chiedo informazioni puntuali dettagliate di ogni singola struttura sanitaria, sia pubblica che privata accreditata, per fare il punto della situazione e di qui partire per la prossima messa a punto del Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa. Informazioni che dovranno arrivare entro quindici giorni compilando apposite schede ed eventuali note di accompagmamento”.

“Partiremo da qui, sapendo se e quante prestazioni sanitarie siano state erogate tramite il Cup (centro unico di prenotazione), se sono garantiti – e quando e come – i tempi massimi d’attesa previsti in sede locale, se i volumi di attività svolti dai medici in libera professione dentro il Ssn siano fuori regola e rispettino il principio della libera scelta dei cittadini. Sapremo anche se agli assistiti vengano chiesti balzelli extra. Cercheremo di saperlo presto e di adottare un’adeguta strategia di cambiamento per debellare un fenomeno odioso, che mina l’equità, l’uniformità di trattamento sanitario in tutta Italia, che fa carta straccia della trasparenza, dell’informazione ai cittadini e che in sostanza mina alla radice l’universalità del Servizio sanitario pubblico”.

Una azione politica chiara e che punta ad un obiettivo che è stato, infruttuosamente, nell’agenda di ogni governo degli ultimi decenni e che rischia dis contrarsi con un grave problema. la raccolta dei dati, struttura per struttura, infattio, difficilmente potrà essere fatta in modo, organico e completo in 15 giorni e c’è il rischio che le Regione trasmettano report datati e già disponibili non avendo il tempo di redigerne di aggiornati.

Forse anche per questo il Ministro ha fissato subito il primo faccia a faccia con gli assessori regionali per il prossimo mercoledì 20 giugno. Tanti i temi sul tavolo, dal finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, indicato come prioritario dal nuovo capo del dicastero, proprio alle liste di attesa al centro della circolare inviata oggi. Ma non c’è un conflitto latente. Il ministro, si è, infatti, appreso, ha accolto la richiesta arrivata proprio dalle regioni.

“Metterò il massimo impegno e mi aspetto una grande collaborazione da parte delle Regioni in favore dei cittadini per abbattere lunghi e impossibili tempi d’attesa – scrive ancora su Facebook – e per avere un giusto e democratico accesso ai servizi e alle informazioni. Cercherò di andare incontro a tutte le esigenze delle Regioni e ai loro eventuali problemi organizzativi, ma seguirò con grande determinazione nel corso del mio mandato questo obiettivo come uno dei capisaldi del Servizio sanitario pubblico e della tutela dei diritti della salute.

Il Ministro non lo scrive e non lo dice ma nella sua idea sembra esserci già una sorta di piano B. Quelle strutture che non riescono a rispettare i tempi massimi per garantorele prestazioni potrebbero essere costrette a sospendere le autorizzazioni all’intramoenia ovvero bloccare l’attività libero professionale a pagamento di medici e strutture sanitarie pubbliche. Una sorta di stimolo a fare meglio per non  venir penalizzati e al tempo stesso un recupero di risorse professionali da utilizzare magari attarverso lavoro straordinario per abbattere le liste. Ma queste sono solo idee ed indiscrezioni.

Ma se il Ministro lascia trasparire la politica del ‘bastone e della carota’ nei confronti di Regioni e strutture sanitarie c’è chi, invece, plaude da subito alla ‘stretta sulle Regioni’. “Finalmente inizia l’iter per lo stop ai tempi infiniti delle liste d’attesa, una stretta sulle Regioni era fondamentale. L’iniziativa messa in campo dal nostro neoministro Giulia Grillo va nella direzione giusta e mi complimento con lei. La garanzia del diritto alla salute ed il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, adesso possono diventare realtà” dice il senatore del Movimento 5 Stelle Rino Marinello, medico del pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca che si congratula con il ministro della Sanità.

“Ad oggi, – continua Marinello – abbiamo assistito ad attese vergognose, 13 mesi per una mammografia o un anno per una colonscopia e altre visite, tempi shock che impediscono ai cittadini di potersi affidare alla sanità pubblica”.

In conclusione, Marinello si rivolge direttamente al presidente della Regione Musumeci e all’assessore alla Sanità Razza, “la Sicilia non può perdere tempo, la nostra Isola deve diventare un luogo civile ma, soprattutto sicuro. Auspichiamo, quindi, una risposta celere anche da parte della nostra Regione”, ed elenca altri obiettivi che saranno discussi con il ministro quanto prima, tra questi “la migliore organizzazione del servizio di pronto soccorso e osservazione breve, guardia medica e posto di primo intervento e, infine, organizzazione di un servizio di endoscopia”.

Intanto appena ieri sera l’assessore siciliano Ruggero Razza ha annunciato che entro fine mese potrebbe essere pronta la rete ospedaliera e si è appreso della costituzione della Commissione che valuterà i manager per nominare i nuovi verici della sanità in Sicilia visto che al momento le strutture sono ancora nelle mani dei commissari lasciati dal governo Crocetta. parallelamenmte procedono le assunzioni nel settore fra posti messi a bando e stabilizzazioni. Un percorso forse troppo lento ma avviato.

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