In Sudan, dove gli scontri tra le fazioni si fanno sempre più cruenti, sono cominciate le evacuazioni degli stranieri.

Anzitutto, gli USA hanno completato l’evacuazione del personale della loro ambasciata a Khartoum, insieme alle loro famiglie. Si è appreso che l’operazione è stata condotta tramite un aereo militare americano.

L’evacuazione è stata confermata dal presidente statunitense Joe Biden: “Oggi, su mio ordine, l’esercito degli Stati Uniti ha condotto un’operazione per estrarre il personale del governo americano”, aggiungendo di avere chiesto lo “stop” alle violenze “insensate”.

Anche la Francia ha avviato un’operazione per l’evacuazione dei suoi cittadini, circa 250: lo ha reso noto il Ministro degli Esteri parigino.

E gli italiani? La Farnesina ha inviato questo messaggio agli italiani presenti in Sudan, circa 150: “Cari connazionali, con il nostro Ministero della Difesa stiamo lavorando ad una finestra di opportunità per lasciare Khartoum via aerea, che potrebbe avere luogo nella giornata di oggi, domenica 23 aprile. Il punto di raccolta sarà entro le ore 12.00 presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia”.

Tajani: “Situazione molto complicata”

Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, intervistato da QN, ha spiegato: “È una situazione molto complicata quella degli italiani che vivono a Khartoum. Noi stiamo lavorando a tutte le iniziative che possano portare a un cessate il fuoco e a una tregua duratura tra le parti in conflitto”.

“Il timore – ha aggiunto – è che le due parti in conflitto per il controllo del potere in Sudan non abbiano intenzione di sedersi a un tavolo”,  augurandosi “che non vengano distrutte le grandi infrastrutture che sono utili al popolo del Sudan. E di conseguenza che le due fazioni della giunta militare che si stanno combattendo non facciano danni al popolo sudanese”.

Internet KO in Sudan

Si è appreso, inoltre, che in Sudan internet non funziona in quasi tutto il Paese: “I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività Internet in Sudan, con la connettività nazionale scesa solo al 2% dei livelli ordinari”, ha twittato l’organizzazione londinese NetBlocks.