Emmanuel Macron, presidente francese, ha dichiarato oggi, lunedì 4 aprile, che sono necessarie nuove sanzioni contro la Russia dopo la strage di Bucha. Macron, intervenuto alla radio France Inter, ha affermato: “Ci sono indizi molto chiari che indicano crimini di guerra. È più o meno accertato che l’esercito russo è il responsabile”.
Macron, impegnato in campagna elettorale, ha aggiunto: “Quello che è successo a Bucha richiede un nuovo round di sanzioni e misure molto chiare”. Queste nuove misure dovrebbero prendere di mira sia il carbone che il petrolio.
La Russia ha, comunque, negato che il suo esercito sia responsabili delle atrocità di Bucha, affermando che l’Ucraina ha organizzato uno “spettacolo” per i media occidentali.
In Italia, intanto, il Partito Democratico insiste sulla necessità di chiudere i rubinetti del gas. Così, su Twitter, la deputata Beatrice Lorenzin: “Rimangono negli occhi e nel cuore le immagini di Bucha. L’orrore che speravamo di non vedere più. Si all’embargo del gas e petrolio russo”. Dello stesso parere Dario Nardella, sindaco di Firenze: “Credo che ora l’unica strada sia quella di un passo definitivo sulle sanzioni per quanto riguarda le importazioni di gas. Un sacrificio oggi, per l’Italia, la Germania, pesantissimo che vale però, a mio avviso, la risoluzione per domani. Quindi dobbiamo essere sicuramente più duri. Di fronte a questi crimini di guerra non c’è altra strada che completare il pacchetto di sanzioni bloccando le importazioni di gas dalla Russia”.
Scettico, però, Carlo Calenda, segretario di Azione: “Ieri dopo il tweet di Enrico Letta che chiedeva embargo immediato su gas russo e la nostra risposta, il Pd ha mandato una precisazione in cui non si chiede più l”embargo immediato ma si spiega che occorre prepararsi perché cosi’ l’Ue deciderà. Come volevasi dimostrare. Non credo che la politica possa essere fatta in questo modo. Tanto più in tempo di guerra. Se scrivi una cosa così rilevante come embargo immediato al gas russo, devi spiegare il ‘come’, altrimenti è populismo. Ci si può arrivare. Ma occorre tempo e scelte nette (ad esempio su carbone). Si può arrivare rapidamente all’embargo su petrolio ma sul gas occorre implementare un piano preciso. Abbiamo suggerito un percorso. Richiede pieno regime di tutte le centrali a carbone, nuovi contratti su LNG per saturare rigassificatori attuali e navi di rigassificazione”.
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