I corpi di 132 civili, torturati e uccisi a colpi di arma da fuoco, sono stati trovati a Makariv, cittadina dell’oblast di Kiev di 15mila abitanti, dopo che la città è stata liberata dall’occupazione russa il 22 marzo scorso. Lo hanno comunicato le autorità ucraine, citate anche dal Daily Mail.

Secondo il sindaco Vadym Tokar, poi, circa il 40% della città è distrutto. La maggior parte dei cadaveri sono stati dissotterrati da fosse comuni ma alcuni sono stati trovati anche nelle strade. Il ministero della Difesa ucraino ha parlato di “un nuovo, mostruoso crimine di guerra”.

Scene simili sono state documentate nella vicina e ormai tristemente famosa Bucha, dove sono stati scoperti più di 400 civili morti. Anche in quel caso la maggioranza delle vittime è stata uccisa a colpi di arma da fuoco.

Insomma, si prospetta un altro sito dove indagare per crimini di guerra, il giorno dopo un altro fatto gravissimo, il bombardamento russo sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk, dove hanno perso la vita 52 persone, tra cui anche bambini, che stavano tentando di fuggire a ovest a bordo dei treni.

In un’intervista rilasciata al tabloid tedesco Bild, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha affermato che, dopo i massacri di Kramatorsk e Bucha, “non riesco più a piangere”. Rispondendo alla domanda se prova odio per Mosca, il leader ha detto: “sì, provo odio per la Russia, per i soldati russi. Quando vedo queste immagini davanti ai miei occhi, bambini assassinati senza gambe, senza braccia, provo rancore, è terribile”.

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