Vladimir Putin, oltre a dichiarare che le sanzioni rappresentano “una dichiarazione di guerra”, ha affermato che la Russia considererà “cobelligerante” qualsiasi Paese che imporrà una no-fly zone sull’Ucraina, richiesta dal governo di Kiev ma, per il momento, rifiutata dalla NATO per il rischio di un scontro diretto con Mosca, causando un risentimento palese in Volodymyr Zelensky.

“Considereremo qualsiasi sviluppo in questa direzione come una partecipazione al conflitto armato di qualsiasi Paese sul cui territorio si creerebbe una minaccia nei confronti dei nostri soldati”, ha affermato Putin.

Solo ieri, venerdì 4 marzo, il segretario della NATO Jens Stoltenberg ha ricordato che i Paesi membri non intendono attuare la no-fly zone (che presupporrebbe l’uso di aerei occidentali per abbattere, in caso di necessità, velivoli nemici) e non interverranno militarmente per non provocare una guerra totale in Europa.

Durante il suo discorso, il presidente russo Vladimir Putin ha anche affermato che non prevede di introdurre la legge marziale nel suo Paese: “La legge marziale viene attuata (…) in caso di aggressione, in particolare nelle regioni in cui sono in corso combattimenti. Non abbiamo una situazione del genere e spero che non avverrà”, ha affermato, interrogato dalle dipendenti della compagnia aerea russa Aeroflot, in un appuntamento in vista della Giornata Internazionale della Donna che, in Russia, è festa nazionale.

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