Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato domenica scorsa, 27 febbraio, di avere messo in allerta la “forza deterrente” nucleare. L’attivazione di quest’arma, però, è più facile a dirsi che a farsi. Putin, nel dettaglio, ha affermato ai leader militari: “Ordino al ministro della Difesa e al capo di stato maggiore di mettere in allerta speciale le forze di deterrenza dell’esercito russo”.

Tuttavia, come riportato su Cnews.fr, anche volendo, il presidente russo non potrebbe attivare le armi nucleari senza l’approvazione dei due uomini più importanti della sua gerarchia militare: il ministro della Difesa Sergej Shoigu e il Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe Valerij Vasil’evič Gerasimov. E non è detto che questi due siano d’accordo con un’eventuale via libera per l’uso dell’arma nucleare da parte di Putin.

Ad esempio, il generale Guérassimov, che ha dato il via alla strategia per invadere l’Ucraina, non sembra condividere questo desiderio di premere il “pulsante rosso”. A quanto pare, per il generale “le regole della guerra sono cambiate. (…) I mezzi non militari possono rivelarsi più efficaci dell’uso della forza per raggiungere obiettivi strategici”.

In effetti, lunedì scorso, 28 febbraio, all’indomani della decisione di Putin di mettere in allerta le “forze deterrenti” di Mosca, molti Paesi hanno sminuito l’ipotesi che possa passare dalle parole ai fatti. A Washington il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden ha detto di non essere preoccupato per una possibile guerra nucleare, mentre a Londra si ritiene che Vladimir Putin stia solo cercando di distogliere l’attenzione dalla resistenza ucraina.

La Russia è oggi il Paese con il maggior numero di testate nucleari, 6.255 in totale. Seguono Stati Uniti (5.550) e Cina (350). La Francia ne ha 290.

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