Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, prova sempre a lasciare uno spiraglio per la pace. Intervistato da ABC, Zelensky, a proposito della Crimea e delle Repubbliche separatiste del Donbass, “possiamo discutere e si può trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere”.

L’Ucraina, ha spiegato Zelensky, “è pronta al dialogo ma non alla capitolazione”. Tuttavia, per il presidente ucraino, la domanda da farsi “è come vivranno le persone in questi territori, chi vuole far parte dell’Ucraina”. Ciò che è importante “è che Putin inizi a parlare, inizi un dialogo, invece di vivere in una bolla di informazione senza ossigeno. Penso che sia lì che si trova”.

Le condizioni della Russia, comunque, sono note: demilitarizzazione, ‘denazificazione‘ (che significa un nuovo governo a Kiev), neutralità (quindi, niente UE e niente NATO), riconoscimento dell’indipenza delle repubbliche di Lugansk e Donetsk, annessione della Crimea al territorio russo.

Sempre Zelensky, ma in un video condiviso su Telegram, quindi rivolgendosi direttamente al popolo ucraino, ha detto: “Il diritto alla vita per tutti. Questo è esattamente ciò per cui stiamo combattendo in Ucraina. Questo è esattamente ciò di cui questi deboli occupanti vogliono privarci. Questo è ciò che il mondo deve proteggere”.

Zelensky ha anche mandato un messaggio critico all’Occidente: “Stiamo ascoltando promesse da tredici giorni. Tredici giorni in cui ci viene detto che saremo aiutati in cielo, che ci saranno aerei, che ci verranno consegnati. Ma la responsabilità di questo ricade anche su coloro che non hanno potuto prendere una decisione in Occidente per 13 giorni. Su coloro che non hanno protetto i cieli ucraini dagli assassini russi”.

Il presidente ucraino, citato da Kyiv Indepenent, ha pure detto: “Il Comitato internazionale della Croce Rossa ci impedisce di usare il suo stemma sui veicoli della missione umanitaria. Dice molto. Alcune persone influenti vorrebbero ‘mettere una croce’ sopra l’Ucraina”.

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