Una scena raccapricciante quella che si è prospettata innanzi agli Agenti del Seprona, il reparto di polizia appartenente alla Guardia Civil, specializzato nella repressione dei reati in danno agli animali.
Un cane lasciato morire di fame e di sete perchè non più utile all’attività venatoria. Così avrebbe ammesso ai poliziotti il detentore del cane, uno dei diciotto Dogo argentini trovati nella disponibilità del soggetto. Tutti i cani erano tenuti in condizioni inidonee a senza microchip identificativo. Stante quanto riportato il Dogo argentino prossimo alla morte era avvilito da numerosi tumori. Il Seprona lo ha ora trasferito in una struttura sepcializzata.
Il tutto è scaturito a seguito di un controllo in una fattoria di Molvizar nella provincia di Granada.
In Spagna è in corso ormai da tempo un vivace dibattito, approdato finanche sui banchi del Parlamento Europeo, sulla fine che sarebbe riservata ai cani da caccia, tipo levriero, utilizzati nell’attività venatoria. Uccisi o abbandonati se inutili allo scopo. Un argomento che ha ripreso recentemente vigore dopo che una formazione politica di Cordova ha proposto di inserire l’attività venatoria nel patrimonio culturale della Spagna.
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