La pandemia di coronavirus ha generato molta instabilità nel settore delle attività commerciali: alcune aziende hanno visto un aumento significativo dei propri affari durante il lockdown nella prima metà dell’anno, mentre altre hanno riportato numerose difficoltà. Un mercato che si è indubbiamente comportato molto bene è stato quello dei siti di gioco d’azzardo online, come i casinò. L’Italia, con il suo andamento decisamente diverso rispetto a quello degli altri grandi mercati, ha rappresentato un caso piuttosto curioso. Infatti, mentre molti siti di casinò registravano crescite significative in termini di numero di giocatori e introiti, in Italia si è invece verificato un declino, apparentemente senza nessuna chiara motivazione. Tutto questo nonostante la grande quantità di incredibili offerte e bonus personalizzati, incluse slot machine gratuite e una serie infinita di giochi da casinò a disposizione dei giocatori italiani.

Molte agenzie di scommesse sportive hanno riaperto, sia fisiche che virtuali; sono state imposte alcune restrizioni, ad esempio mantenere le TV spente per scoraggiare i clienti a trattenersi più a lungo del necessario. Tuttavia, il declino delle scommesse sportive non era un fenomeno sconosciuto, in quanto moltissime gare erano già state cancellate o comunque posticipate. Con il ritorno degli eventi sportivi è iniziata una ripresa del settore a livello globale, ma le agenzie di scommesse non sono state le uniche a trovarsi in una situazione difficoltosa. Qualche rassicurazione per gli operatori del settore è comunque arrivata, soprattutto grazie alla ripresa di tutti i principali eventi sportivi europei, e quindi al ritorno a una situazione simile a quella precedente ricca di numerose opportunità per gli scommettitori. Non bisogna poi dimenticare le stagioni 2020/21 in partenza a settembre, che forniranno una sostanziale ripresa per molti operatori del settore.

Il grosso punto interrogativo è rimasto quello dei casinò italiani: un sondaggio ha infatti rivelato che solo il 38% degli operatori del settore, sia online che tradizionali, aveva le liquidità necessarie per poter riaprire le porte nel momento in cui le misure di lockdown sono state allentate, senza ricorrere al supporto economico da parte del governo. La Snai, uno degli operatori principali, ha dichiarato che, a Serie A ancora in corso, gli introiti online avevano registrato una crescita del 21% rispetto all’anno precedente, ma che da marzo quell’andamento verso l’alto era rallentato. GiocoNews, piattaforma affiliata del settore scommesse italiano, ha condotto un panel ad aprile, coinvolgendo alcuni dei principali operatori italiani autorizzati. Ne è uscito che gli introiti dei casinò online erano diminuiti nel complesso del 10%, in netto contrasto con quello che invece stava succedendo nel resto del mondo e con le aspettative di molti; questo perché non si era verificata quella transazione dal gioco tradizionale a quello digitale.

Tuttavia, ci sono stati alcune categorie del settore dei casinò online che hanno registrato una crescita, come dimostrato dai dati relativi al bingo e al poker online, cresciuti rispettivamente del 50% e del 70%. Questi risultati non si sono però tradotti in una crescita in termini di introiti, fondamentalmente perché gli scommettitori hanno giocato diversamente, ovvero hanno preferito scommesse di importi inferiori e tempi di gioco più brevi. Un altro possibile motivo di questo declino si è ricercato nelle diverse abitudini di gioco, come una maggior propensione degli scommettitori a utilizzare operatori internazionali con concessioni al di fuori dell’Italia, magari senza neppure rendersene conto. In base ai cambiamenti nelle restrizioni sui messaggi promozionali relativi al gioco d’azzardo in vigore in Italia, gli unici operatori visibili online erano quelli non autorizzati a operare nel Paese stesso.

Le statistiche nel complesso sono piuttosto interessanti, soprattutto alla luce del successo globale riscosso dai casinò online e dalle altre piattaforme di gioco in questo periodo. Con l’imminente ripartenza negli altri Paesi come il Regno Unito prevista per agosto, ci sarà tempo per confrontare i dati e verificare se l’ipotesi che gli scommettitori basati in Italia hanno ricorso alle piattaforme internazionali è effettivamente vera. Inoltre, ci sarà la possibilità di analizzare i dati relativi all’anno, per vedere come si è evoluto l’andamento registrato nel complesso dagli altri Paesi. Anche se una perdita del 10% può sembrare non eccessivamente grave, in realtà le conseguenze sul settore possono perdurare a lungo nel tempo, specialmente se la gran parte delle attività che erano già in difficoltà rimane impossibilitata a riaprire in modo permanente. È anche importante notare che gran parte del calo della base utenti si sarebbe potuta verificare in ogni caso. Alcuni Paesi, al fine di tutelare i soggetti più a rischio, hanno imposto diverse restrizioni all’attività degli operatori del settore delle scommesse e del gioco d’azzardo: si va dalle nuove normative restrittive nell’ambito dei messaggi promozionali ai limiti imposti ai depositi e ai payout. Si tratta comunque di un fattore sconosciuto ed è difficile sapere se si sarebbero ottenuti più o meno successi con questa informazione.