Il vero erede di Silvio Berlusconi? Potrebbe già esserci, e non è certo un nome nuovo.  Come scrive “L’Espresso”, è lì, sotto gli occhi di tutti, in mezzo alla piazza della politica. E si chiama Gianni Letta.

Il vero erede

Letta è lì davanti a tutti. Non a villa San Martino ad Arcore, non dentro le pieghe del Testamento ancora non aperto, non a via delle Olgettine, certamente non a piazza San Lorenzo in Lucina dove ha sede Forza Italia. L’Erede siede nella prima fila di una delle tribunette degli ospiti di Montecitorio, applaude dopo il minuto di silenzio alla commemorazione di Silvio Berlusconi, annuisce parlando con la sua vicina di posto, Licia Ronzulli. È una semplice enorme scritta, e “come le insegne troppo grandi e i manifesti enormi sfuggono all’attenzione perché risultano troppo evidenti”.

La scena in Parlamento

Mentre ciascun capogruppo del centrodestra riscrive la storia di trent’anni mettendo al centro Berlusconi e a turno il proprio partito, e Tommaso Foti per i Fratelli d’Italia rivendica lo strappo con Gianfranco Fini per fedeltà al Caro Silvio, e Riccardo Molinari per la Lega fa discendere l’intera seconda repubblica dalla fratellanza con Umberto Bossi, ricordata appena un gradino al di sotto la discesa in campo del Cavaliere, ecco che finalmente, a 88 anni, l’eminenza azzurrina, il portasilenzi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e primo braccio destro di Berlusconi riceve la sua prima standing ovation in Parlamento della sua vita.

Gli omaggi di Forza Italia

La lancia Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia: “Voglio porgere un rispettoso saluto al dottor Gianni Letta che è con noi anche oggi in quest’Aula, che lo ha visto innumerevoli volte a fianco del presidente Berlusconi nei tanti anni trascorsi nei banchi del governo ad agire nell’interesse del Paese”, dice tra gli applausi di tutto il centrodestra.

Uno strano e semplice fuori programma, al quale Gianni Letta risponde in modo altrettanto insolito: si alza in piedi, congiunge le mani in segno di ringraziamento, piega leggermente il busto verso la folla sotto di lui. In qualche modo legittima e “chiama” quell’applauso che nel frattempo si fa sempre più intenso (dai banchi del Pd si aggiunge anche Enrico Letta, suo nipote). Non è forse una investitura, ma gli somiglia.

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