Lo ha accolto in casa sua, tra i suoi familiari, fornendogli sostegno e vicinanza, tanto che lui le ha affidato conto corrente e riscossione della pensione, che lei ha continuato ad incassare anche dopo la sua morte, per ben 23 anni, senza essere smascherata. Di questo è accusata una 70enne residente in provincia di Varese, denunciata dalla Guardia di Finanza per aver incassato, fino a fine 2017, la pensione di vecchiaia e la rendita Inail del vicino di casa morto nel 1994, per un totale di 370 mila euro.
Denaro che la donna ha investito subito in acquisti di vario genere dopo averlo prelevato, presumibilmente per non lasciare traccia. I due, secondo la ricostruzione degli investigatori, si erano conosciuti perché residenti nello stesso stabile, in un piccolo comune alle porte di Varese, ed erano diventati amici. Quando l’anziano, all’epoca poco meno che ottantenne, aveva iniziato ad accusare gravi problemi di salute che lo avevano reso non più autosufficiente, la sua vicina di casa si era offerta di dargli una mano, di fatto prendendosene cura insieme a suo marito e ai figli.
L’uomo, infatti, non aveva famiglia né parenti stretti che potessero fornirgli l’assistenza di cui necessitava. Dopo qualche tempo, ormai impossibilitato ad uscire di casa, l’uomo aveva delegato la vicina ad operare sul suo conto corrente bancario e ritirare la sua pensione. Quando nel 1994 l’uomo è deceduto, la sua amica ha omesso di comunicarlo agli enti preposti, continuando a riscuotere la sua pensione e le rendite Inail come se fosse ancora vivo. Nel gennaio 2018, preoccupata di essere scoperta, si è finalmente decisa a segnalare la scomparsa del pensionato che, secondo la sua dichiarazione, sarebbe a quel punto morto a 103 anni.
Insospettiti dal fatto di non averlo mai più visto per anni, i dipendenti Inail hanno segnalato tutto alle fiamme gialle, le quali hanno aperto un’inchiesta scoprendo la truffa. Dagli accertamenti è emerso come la donna abbia incassato gli assegni destinati al defunto e speso gli oltre 370mila euro incassati. Per recuperare il denaro truffato, alla donna verrà sottratta una somma dalla pensione di reversibilità ogni mese.
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