Ilaria Salis resta in prigione, in Ungheria. Lo ha deciso il tribunale di Budapest, respingendo la richiesta di passare ai domiciliari, presentata dai legali della 39enne, in carcere da 13 mesi con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra.

Il giudice Jozsef Sós ha spiegato che “le circostanze non sono cambiate”, aggiungendo che “esiste sempre il pericolo di fuga”.

Secondo Roberto Salis, il papà della 39enne, la decisione è “l’ennesima prova di forza del governo Orban. Un po’ me l’aspettato: Ilaria qui è considerata un grande pericolo”. E ancora: “I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza”.

Inoltre, l’avvocato Eugenio Losco ha aggiunto: “Non penso che in Ungheria ci possa essere un trattamento diverso da quello che abbiamo visto e penso che questo sia assolutamente inaccettabile per l’ItalIa. Resterà in carcere chissà ancora per quanto, può l’italia accettare questo trattamento? Assolutamente no”.

Ilaria Salis in manette

Come nella precedente udienza, Ilaria Salis è entrata in aula con manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente.

La 39enne, in una lettera scritta a mano e consegnata ai suoi legali, ha autorizzato la stampa italiana a pubblicare le sue foto con le manette ai polsi e le catene. “Io sottoscritta Ilaria Salis, nata a Milano il 17 giugno 1984 – si legge -, autorizzo la stampa italiana a pubblicare immagini che mi ritraggono con le manette e tutte le catene che eventualmente decideranno di mettermi in occasione dell’udienza del 28 marzo 2024”.

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