Volodymyr Zelensky si offre di dimettersi per garantire l’adesione dell’Ucraina alla NATO, ribadendo la sua determinazione a proteggere il futuro del paese. Le dichiarazioni più forti del presidente ucraino.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha fatto un’affermazione che sta suscitando forti reazioni internazionali: è disposto a dimettersi dal suo ruolo di capo di stato in cambio dell’adesione dell’Ucraina alla NATO. Una proposta che rispecchia la determinazione di Kiev di garantire una sicurezza duratura per il paese, messo a dura prova dalla guerra con la Russia.
Queste dichiarazioni sono state fatte in una conferenza stampa a Kiev, dove Zelensky ha chiarito la sua posizione riguardo al futuro del conflitto e alla necessità di sicurezza per l’Ucraina. L’ingresso nell’Alleanza Atlantica, ha sottolineato, è l’unica via per garantire la pace e proteggere il paese da ulteriori minacce esterne.
L’importanza della NATO per la sicurezza dell’Ucraina
Nel cuore della proposta di Zelensky c’è la convinzione che senza una protezione adeguata, la pace con la Russia non sia possibile. Il presidente ucraino ha dichiarato che le garanzie di sicurezza economica e militare sono cruciali, e che senza l’ingresso nell’Unione Europea e senza un esercito robusto e ben finanziato, non ci sarebbero condizioni per una pace stabile con Mosca.
Zelensky ha affermato che l’Ucraina ha bisogno di “finanziare un esercito di almeno 800.000 unità” se non riuscirà a entrare nella NATO. Il paese sta già affrontando una guerra devastante e, secondo il presidente, garantire una protezione duratura è fondamentale per la sua sovranità e stabilità.
Zelensky e l’incontro con Donald Trump
Nel corso della conferenza, Zelensky ha anche parlato della necessità di un incontro con l’ex presidente americano Donald Trump. Il presidente ucraino ha ribadito che un dialogo tra i due è fondamentale prima che Trump incontri il presidente russo Vladimir Putin.
“Dobbiamo incontrarci e parlare”, ha affermato Zelensky, evidenziando che il meeting dovrebbe avvenire prima di un possibile vertice tra Trump e Putin, per garantire che la posizione ucraina venga ascoltata e tenuta in considerazione nei futuri sviluppi diplomatici.
Le parole di Zelensky sui critici e le accuse di “dittatura”
Zelensky ha poi commentato le parole di Trump che lo hanno definito un “dittatore”. Nonostante l’aggettivo provocatorio, il presidente ucraino non ha mostrato segni di offesa. “Certamente non definirei le parole usate da Trump come un complimento”, ha affermato Zelensky, aggiungendo che qualcuno si potrebbe offendere se fosse effettivamente un dittatore. “Sono un presidente eletto legittimamente”, ha chiarito, spiegando di non voler rimanere al potere per decenni.
Le perdite economiche
Zelensky ha anche fornito una panoramica delle enormi perdite economiche subite dall’Ucraina a causa della guerra, dichiarando che la guerra su vasta scala è costata al paese circa 320 miliardi di dollari.
L’appoggio economico è stato fondamentale finora, con gli Stati Uniti che hanno già fornito oltre 100 miliardi di dollari di aiuti militari e umanitari. Zelensky ha sottolineato che l’Ucraina ha bisogno non solo di fondi per la ricostruzione, ma anche di strumenti per proteggere la sua indipendenza e la sua sicurezza a lungo termine.
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