Guido Bertolaso, ex direttore del Dipartimento della Protezione Civile, ospite della trasmissione Stasera Italia su Rete 4, condotta da Barbara Palombelli, ha raccontato quello che ha passato dopo che è risultato positivo al Covid-19: «È una paura terribile, di una malattia che ancora non si conosce, e che si manifesta con sintomi diversi l’uno dall’altro: è come una roulette russa».

In collegamento da Civitanova Marche, l’attuale consulente del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana per l’emergenza Covid-19, ha aggiunto: «A me è andata bene, anche se ho passato giornate molto difficili, anche attaccato all’ossigeno è una malattia che se non provi sulla tua pelle, non ne capisci la gravità».

Bertolaso, 70 anni, ha anche annunciato che «stiamo ultimando il secondo Covid Hospital in Italia, dopo quello realizzato a Fiera Milano, già operativo» con l’obiettivo di accogliere «tutti i malati Covid delle Marche».

Tornado sulla pandemia, Bertolaso ha avvertito che «a ottobre un’epidemia di influenza insieme a un’epidemia di coronavirus sarà devastante per questo Paese, se non si lavora da subito per organizzare tamponi per tutti, tracciabilità di tutti i casi positivi e dei loro contatti e poi ospedali come questo in modo da non ingolfare gli ospedali normali».

Per Bertolaso l’Italia non è ancora attrezzata «per fronteggiare, da un punto di vista sanitario, questa epidemia, e non lo è soprattutto, se ci sarà una terza fase, come prevedono tutti gli scienziati e la stessa Organizzazione mondiale della sanità: a ottobre ci sarà anche l’influenza».

L’ex direttore della Protezione Civile, infine, ha affermato che «i quasi 30 mila morti avuti in questi due mesi sono dovuti alla carenza di reparti di rianimazione e dal fatto che gli ospedali erano pieni. Non dimentichiamo che si è dovuto scegliere chi ricoverare o meno in terapie intensiva e si è fatto sulla base della carta d’identità: io non sarei stato ammesso in certe Regioni d’Italia a quell’assistenza che ho avuto in quel momento specifico: non mi pare che sia giusto, tutti gli italiani hanno diritto allo stesso tipo di assistenza sanitaria, nessuno escluso».

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