Il nuovo bilancio Ue per il 2012-2017, il primo post Brexit, prevede tagli di circa il 5% ai fondi Ue per le politiche di coesione e alla Pac, la politica agricola comune, ma vede più che raddoppiate o quasi le risorse per migranti (2,6 volte in più rispetto ai fondi ora disponibili), Erasmus e giovani (2,2 volte), sicurezza (1,8 volte), digitale e ricerca (1,6 volte). Si tratta di un aumento totale di risorse in questi settori pari a 109 miliardi di euro.

E’ quanto propone la Commissione Ue. Guardando più al dettaglio delle singole voci sotto ai capitoli di finanziamento principali, si tratta di un aumento di 9 volte delle risorse Ue destinate alla trasformazione digitale e nuove reti, che raggiungono così quota 12 miliardi, complementari agli altri fondi d’investimento Ue. Inoltre gli investimenti in ricerca e innovazione vengono aumentati del 50%, con 100 miliardi messi da parte per i programmi Horizon ed Euratom.

Per i giovani, la Commissione Ue propone più del doppio delle risorse, con 30 miliardi per Erasmus+, 1,3 miliardi per il Corpo europeo di solidarietà, inclusi 700 milioni per l’Interrail gratuito. La gestione delle frontiere esterne, della migrazione e dell’asilo, poi, si vede quasi triplicare le risorse per raggiungere quota 33 miliardi contro gli attuali 13. Con questi è possibile coprire i costi di 10mila guardie di frontiera entro il 2027 per l’ex Frontex. Salgono del 40% anche le risorse per la sicurezza, che arrivano così a quota 4,8 miliardi, oltre alla creazione del Fondo per la difesa da 13 miliardi, mentre gli investimenti necessari per facilitare la mobilità militare nell’Ue saranno coperti da 6,5 miliardi della Connecting Europe Facility (Cef).

L’azione esterna dei servizi oggi gestiti dall’Alto rappresentante Federica Mogherini vedrà accrescere i suoi finanziamenti del 26% per arrivare a 120 miliardi, con un’enfasi particolare sulle politiche di vicinato e una riserva per le emergenze, soprattutto per quanto riguarda migranti e stabilità. Mogherini propone inoltre la creazione di un nuovo fondo europeo per la pace da 10,5 miliardi ma al di fuori del bilancio Ue, lo European Peace Facility, per rafforzare l’impegno comune in Paesi extra europei.

“Non è stata introdotta una riduzione massiccia, non è un massacro né per la Pac né per la coesione” nel nuovo bilancio Ue sostiene il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, sottolineando che “non bisogna perdere di vista le nuove politiche che finanziamo, il raddoppio per Erasmus o la migrazione e l’aumento per la ricerca sono notevoli”.

“Si tratta di una proposta seria e responsabile, l’unica che potevamo fare in queste condizioni e circostanze”, che prevede “tagli del 7% sulla coesione e del 5% sulla Pac, ma questi ultimi sono meno del 4% per i pagamenti diretti” agli agricoltori, ha puntualizzato il commissario al bilancio Guenther Oettinger.

Secondo una nota interna di cui riferisce l’agenzia Ansa l’Italia nel suo complesso potrebbe avvantaggiarsi delle nuove politiche “L’impatto della crisi economica”, la “divergenza” registrata da molte regioni italiane e l’aumento delle risorse per i migranti porteranno a un aumento dei fondi di coesione assegnati all’Italia secondo quamto si legge in una nota della Commissione Ue. Nessuno però si azzarda per ora a quantificare il possibile aumento, vista la confusione che regna sulle cifre diffuse oggi da Bruxelles. “Stiamo facendo ancora i calcoli”, si limitano a rispondere fonti della Commissione. L’Italia potrebbe infatti beneficiare anche dell’aumento degli stanziamenti previsti dal prossimo bilancio pluriennale Ue in materia di gestione dei flussi migratori. Ma sarà soprattutto in funzione dell’impoverimento del Paese registrato a causa della prolungata recessione che il Paese potrebbe ricevere più risorse Ue nonostante il taglio generalizzato dei fondi destinati alle politiche di coesione, capitolo nel quale rientrano anche i fondi strutturali destinati alle regioni.

Ma per i 5 stelle i tagli alla politica di coesione che valutano più consistenti di quanto non dica l’Ue, sono inaccettabili. “Serve una reazione decisa dell’Italia contro la proposta di budget europeo presentata dalla Commissione Europea. I tagli alla politica di coesione del 7% sono inaccettabili perché colpiranno principalmente le aree più povere d’Italia in primis la Sicilia ma anche tutte le Regioni. Secondo le nostre prime stime si tratta di oltre 3 miliardi di euro di minori risorse investite.  Per la Sicilia stiamo parlando di 340 milioni di euro a rischio: tra il budget FSE che sarà di 820 milioni e quello FESR che sarà di 4,5 miliardi. Questo significa che nella prossima programmazione si rischiano di perdere 340 milioni di euro per l’Isola” denuncia Giulia Grillo capogruppo del Movimento 5 Stelle Camera insieme ai parlamentari siciliani pentastellati Francesco D’Uva e Nunzia Catalfo.

 “I colleghi eurodeputati hanno chiesto che il livello di disoccupazione giovanile sia inserito, oltre al PIL, come indicatore principale per quantificare l’assegnazione dei fondi europei”continuano i parlamentari M5S siciliani.
“Durante la discussione al Parlamento europeo  i parlamentari del M5S  presenteranno emendamenti per rimediare agli errori della Commissione. Ci sono spazi per ridurre i troppi sprechi europei e per rimodulare le spese. Diciamo no ai tagli lineari e, per quanto riguarda la PAC, chiederemo di privilegiare nell’assegnazione dei fondi i piccoli agricoltori ed eliminare le inefficienze. Vogliamo capire meglio, infine, come verranno utilizzati i 25 miliardi stanziati a sostegno delle riforme strutturali. Se per riforme strutturali Juncker intende il Jobs Act e la riforma Fornero faremo le barricate. Il Movimento 5 Stelle mette al centro della sua azione politica l’Italia e i cittadini italiani e la difesa dello stato sociale”, concludono i parlamentari siciliani.