- Massimiliano Buzzanca ha parlato delle condizioni del padre Lando al Corriere della Sera.
- L’attore ha la demenza senile: “Non tornerà mai più indietro”.
- La compagna Francesca Della Valle ha smentito il figlio.
Lando Buzzanca non sta bene. Lo ha rivelato al Corriere della Sera il figlio Massimiliano: “Papà purtroppo è malato e ha anche la demenza senile. Fino a due settimane fa dicevo a me stesso che era solo ‘scordarello’, perché chiamarla demenza senile mi strugge il cuore, è una cosa seria. Non tornerà mai più indietro, è destinato a stare sempre peggio, non guarirà mai”.
Il figlio dell’attore 86enne ha rivelato: “Mesi fa è caduto e si è procurato un trauma cranico con versamento celebrale. E ancora adesso è ricoverato in una struttura di riabilitazione. Ma la sua situazione era già compromessa prima dell’incidente: una sera a cena al ristorante una signora gli ha chiesto un autografo e lui non è stato in grado di firmarlo. Non vorrei parlarne pubblicamente perché mi dà un dolore enorme raccontare come sta papà ma devo dirlo. Non è in grado di capire il 90/95% di quello che gli succede intorno, di certo non capisce gli effetti giuridici di un matrimonio, è come un bambino di 8 anni. Ormai quando è in buona per lui tutto è un gioco, ha ancora l’istinto da attore, è come se stesse sempre recitando”.
Di conseguenza, per Massimiliano non è sensato parlare di matrimonio tra il padre e Francesca Della Valle, più giovane di 35 anni. Quest’ultima, però, la pensa in maniera opposta: “Lando sta benissimo, ha la piena capacità di intendere e di volere, mi abbraccia, mi dice ora basta: dobbiamo sposarci. Era felicissimo, diceva che non poteva immaginare di essere così felice”.
A Massimiliano, però, la compagna del padre non piace: “All’inizio non avevo questo sospetto sulla signora. Si è acceso il campanello d’allarme quando ho scoperto che esisteva una Buzzanca Della Valle Production che ha realizzato prodotti non certo di serie A che papà non avrebbe mai firmato come regista o attore. L’ultimo alert sulla signora è stato il rinvio a giudizio (poi andato in prescrizione, n.d.r.) per reati commessi a danno di un uomo anziano. La verità è da 6/7 anni papà ha cominciato ad avere deficit comprensivi e cognitivi, è facile convincerlo a fare cose che non avrebbe mai fatto o a dire cose che non avrebbe mai detto. Con la demenza senile torni ad essere un bambino, ti viene naturale credere a tutti, non hai la capacità di avere ragionamenti tuoi”.
Infine, l’appello: “Nel corso della pandemia io e mio fratello ci siamo rivolti al giudice tutelare perché — alla luce del suo stato di salute — gli assegnasse un amministratore di sostegno per il patrimonio. Una serie di ctu ed esami hanno confermato i problemi di capacità comprensiva e mnemonica, la difficoltà a capire e ricordare, dunque a metà 2020 è stato nominato un amministratore di sostegno. Vorrei che la giustizia facesse il suo corso e si spegnessero le luci su questa storia. Mi provoca un dolore terribile, non ci dormo la notte. Per noi figli è una situazione drammatica, hai in testa un padre che è sempre stato quello forte, l’Hercules della situazione, ma quell’uomo non c’è più”.
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