Raffaella De Rosa è la compagna di Massimiliano Buzzanca, il figlio di Lando, l’attore palermitano scomparso due giorni fa a Roma. La donna, su Facebook, ha commentato le polemiche delle ultime ore sulla gestione della malattia del suocero.
“Addio a Lando. Per me un secondo papà. E un grande papà per l’uomo che amo, che oggi è così meraviglioso anche grazie a lui, ai suoi insegnamenti e all’educazione profonda che gli ha trasmesso, insieme a sua moglie Lucia”, ha esordito Raffaella De Rosa.
Poi, l’affondo: “Purtroppo però questo momento che dovrebbe essere lasciato al ricordo e al dolore, è funestato dalle polemiche sterili e inopportune sulla gestione della malattia di Lando. Per cui, adesso lo scrivo perché sia chiaro una volta per tutte. Massimiliano aveva chiesto al giudice tutelare di poter riportare il padre a casa, ma il giudice in accordo con l’ADS (amministratore di sostegno, n.d.r.) ha valutato legittimamente che non ci fossero le condizioni di salute per farlo. Il figlio non ha potuto fare di più, se non stargli accanto nei luoghi di degenza”.
“È CHIARO? – ha proseguito la donna – Poi se non capite l’italiano o non avete nessuna minima conoscenza giuridica, c’è un verbale del GT che avvalora queste affermazioni. A questo punto, non si può accusare Massimiliano, il figlio, di averlo ‘abbandonato in RSA’ o di ‘averlo ucciso’, perché lui al contrario ha fatto di tutto per riaverlo a casa. Fate le vostre battaglie contro chi vi pare, ma lasciate fuori Massimiliano da qualsiasi attacco mediatico, vile, ingiusto e infamante. E diffidiamo chiunque – per il momento bonariamente, ma presto anche legalmente – dal continuare a calunniarlo e diffamarlo, per di più in questo momento di dolore per lui assoluto. Informatevi, verificate, riflettete cento volte prima di parlare o di giudicare, perché chi urla più forte quasi sempre è chi dovrebbe tacere”.
Il riferimento è chiaro. Ieri, Francesca Della Valle, la compagna dell’attore palermitano, ha affermato: “Tutto quello che ho fatto finora è nulla rispetto a quello farò: da oltre un anno e mezzo denuncio il fatto che avevano abbandonato Lando in una RSA contro la sua volontà. A ciò si contrappongono menzogne e calunnie di chi vuole nascondere la verità: è stato ammazzato dall’applicazione della legge 604, quella sull’amministratore di sostegno, voluta da chi gli era accanto. L’ho visto il 1 dicembre ed era migliorato, poi in 17 giorni di hospice è peggiorato”.
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