Laura Dahlmeier, leggenda del biathlon e alpinista esperta, è morta a soli 31 anni in seguito a un tragico incidente sul Laila Peak, una vetta di 6.096 metri nella catena del Karakorum, in Pakistan.
L’ex campionessa olimpica, due volte medaglia d’oro a Pyeongchang 2018, è stata colpita da una frana lunedì 28 luglio, mentre scalava in stile alpino insieme alla sua compagna di cordata, Marina Eva. La notizia della sua morte, confermata oggi, mercoledì 30 luglio, dal suo management e dalle autorità locali, ha sconvolto il mondo dello sport e dell’alpinismo.
L’incidente sul Laila Peak
L’incidente è avvenuto intorno a mezzogiorno di lunedì, a un’altitudine di circa 5.700 metri, mentre Laura e Marina Eva affrontavano la salita del Laila Peak, una vetta iconica per la sua forma piramidale e la difficoltà tecnica. Secondo quanto riferito dal management di Dahlmeier, “Laura Dahlmeier era in cordata con la sua partner quando è stata travolta da una frana. L’incidente è avvenuto a mezzogiorno ora locale, a circa 5.700 metri di quota”. La compagna di cordata, illesa, ha immediatamente lanciato un sos tramite un dispositivo di emergenza, dando il via a un’operazione di soccorso coordinata da un team internazionale e supportata dall’esercito pakistano. Tuttavia, le condizioni estreme del sito, caratterizzate da un alto rischio di ulteriori frane e da un terreno impervio, hanno reso impossibile un intervento immediato.
Un’operazione di soccorso complessa
Le difficoltà logistiche e ambientali hanno complicato i tentativi di raggiungere Laura. Un elicottero militare pakistano ha sorvolato il luogo dell’incidente martedì mattina, ma non è stato in grado di atterrare a causa delle condizioni meteorologiche avverse, con forti venti e nubi dense. Durante il sorvolo, i soccorritori non hanno rilevato “alcun segno di vita”, come riportato in un comunicato ufficiale pubblicato sull’account Instagram di Dahlmeier. La sua compagna, Marina Eva, ha tentato di prestarle assistenza per ore, ma il terreno instabile e il pericolo costante di nuove frane l’hanno costretta a ritirarsi durante la notte, scendendo al campo base con l’aiuto di altri alpinisti, tra cui Thomas Huber.
La decisione di non recuperare il corpo
Le autorità e il team di soccorso hanno dichiarato che il recupero del corpo di Laura è “irrealizzabile” nelle attuali condizioni, a causa del persistere delle frane e del peggioramento del meteo, con temperature vicine al congelamento e nevicate previste. L’agenzia che gestiva gli interessi di Dahlmeier, Nine&One, ha comunicato che “Laura aveva chiaramente espresso per iscritto il desiderio che, in una situazione come questa, nessuno dovesse rischiare la vita per recuperarla”. Questo desiderio è stato ribadito dalla famiglia, che ha chiesto di rispettare la volontà della campionessa: “Lasciare il suo corpo sul Laila Peak è in linea con i suoi valori e il suo amore per la montagna”.

Laura Dahlmeier
Una carriera straordinaria nel biathlon
Laura Dahlmeier è stata una delle atlete più decorate nella storia del biathlon. Nata a Garmisch-Partenkirchen, nel cuore delle Alpi bavaresi, ha dominato la scena internazionale vincendo due ori olimpici (sprint e inseguimento) e un bronzo (individuale) a Pyeongchang 2018, diventando la prima donna a conquistare entrambe le gare di sprint e inseguimento nella stessa edizione delle Olimpiadi invernali. Il suo palmarès include anche sette ori mondiali, tra cui un’impressionante performance ai Campionati del Mondo di Hochfilzen 2017, dove ha conquistato cinque medaglie d’oro e una d’argento. Nel 2017 ha vinto anche la Coppa del Mondo di biathlon. A soli 25 anni, nel 2019, Laura ha annunciato il ritiro dallo sport agonistico, dichiarando di voler “fare spazio a nuove avventure”.
La passione per l’alpinismo
Dopo il ritiro, Laura si è dedicata alla sua passione per l’alpinismo, diventando una guida alpina e sciistica certificata nel 2023 e un membro attivo del servizio di soccorso alpino di Garmisch-Partenkirchen. La sua esperienza in montagna era profonda: nel 2023 ha scalato il Pik Korshenevskaya (7.105 m) in Tagikistan, il suo primo settemila, e nel 2024 ha stabilito un record di velocità femminile sull’Ama Dablam (6.814 m) in Nepal, completando l’ascesa e la discesa in sole 12 ore. In Pakistan, dove si trovava dalla fine di giugno, aveva già conquistato la Great Trango Tower (6.287 m) l’8 luglio, prima di affrontare il Laila Peak come secondo obiettivo della sua spedizione.
Un’eredità indelebile
Laura Dahlmeier non era solo un’atleta straordinaria, ma una persona che incarnava valori di determinazione, autenticità e amore per la natura. Il suo motto, “Wenn ich was mach, mach ich’s gscheid” (“Se faccio qualcosa, la faccio come si deve”), tratto dal suo libro del 2023, riflette il suo approccio alla vita e allo sport. La sua famiglia, in un messaggio commovente, ha scritto: “Laura ha arricchito la nostra vita e quella di molti con il suo modo caldo e diretto. Ci ha dimostrato l’importanza di lottare per i propri sogni e restare fedeli a se stessi”.






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