La sua creatività e formidable intuizione non poteva passare inosservata alla design week più glamour di Milano.
Approda così al “Salone internazionale del mobile”, con l’irruenza e il vigore dei suoi dipinti, Giuseppe Patanè, artista dalla sensibilità unica che, come eccellenza della Sicilia, sarà presente all’interno del “Couturier Maestri d’Arte”, di Raffaella Verri, nell’ambito degli eventi Fuori Salone.
Salotto di eccellenze dell’arte, della fotografia, della moda, dei gioielli e dell’architettura, il “Couturier” per un’intera settimana sarà crocevia di stimolanti momenti culturali e artistici che esalteranno il patrimonio italiano e soprattutto siciliano, coinvolgendo proprio le migliori maestranze dell’Isola.
“Il salone internazionale del mobile” sarà dunque un palcoscenico prezioso che vedrà brillare due opere, selezionate con cura dell’artista in una vision che vuole coniugare Logos e Verbum.
“Parlare di sua maestà Etna è come parlare di una forza che scuote l’animo e fa esplodere tutta la mia creatività – racconta Giuseppe Patanè – e poter raccontare della mia terra, è per me un motivo di grande orgoglio e gioia perché mi permette di mostrare il bello che ci circonda. Io mi sento simile al vulcano che oggi è rosso per il magma dell’eruzione, nero come la roccia lavica o bianco come la neve, mi trasformo, ora artista con le mie tele, o fashion designer con la moda, i gioielli e le mie creazioni d’arredo”.
Logos e Verbum, sono le opere di realizzate per rappresentare una terra nata dal Fuoco e governata dal mare in un equilibrio perfetto tra fuoco e acqua tra il materiale e l’immateriale, un eterno binomio, una onnipresente dualità che il nostro artista calibra con assoluta maestria.
Verbum come una pelle lacerata squarciata immersa nel fuoco, come un letto di magma, attrae come una calamita i nostri occhi e il nostro corpo, è un attrattore potente che catalizza tutto il nostro essere, per la potenza scaturita dalla distesa di rosso, o dalla sottile incisione in rilievo, che concentra la nostra attenzione e ci immerge in un universo di pathos, di vibrazioni in cui si espleta la forza, la passione, la vita nel suo stato più primitivo, come un centro della terra che pulsa.
Logos è quasi l’altra faccia della stessa medaglia, qui domina il nero, che si stende come un’ombra scura sulla pelle dipinta, alla potenza del rosso si contrappone la potenza del nero che, se apparentemente sembra celare i contenuti e la materia, in realtà li rivela d’improvviso e con potenza. Qui come un ventre squarciato, come una ferita viva, appena aperta, come un utero che si spacca per aprirsi alla vita, dalla sofferenza si genera il domani, dall’annullarsi si ricrea, come l’Etna che toglie e che da. Anche qui è la forza, la potenza, ad essere celebrata, ma in un’accezione positiva dove il primordiale si incontra con il contemporaneo, in una natura immutata, ma perenne, assoluta, un doppio binario, fra mondo antico e mondo contemporaneo.
Un’audacia artistica che conquisterà il pubblico di Milano, che tra business e cultura, sarà ammaliato dalle opere dell’eclettico artista dalla poetica pittorica profonda e molteplice, così come accaduto per la biennale di Venezia nel 2017, o a Palermo Capitale della Cultura 2018.
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