Intervistato da La Stampa, il ministro dei Beni culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha affermato: «Dentro la scelta di confermare tutte le chiusure, abbiamo deciso di allargare a pochissime categorie: cartolerie, librerie, abbigliamento per bambini, che in due mesi crescono. Nessuna contraddizione con la sacrosanta scelta di confermareil lockdown».

A proposito, poi, dei libri, per Franceschini non si tratta di un gesto simbolico: «Un libro per un bambino, per chi studia, per chi deve passare giornate in casa è un bene essenziale, ancora più che nella normalità. Non è snobismo ma il riconoscimento del ruolo della cultura nelle nostre vite». Ma Lombardia e Piemonte hanno scelto di mantenere chiuse le librerie: «Rispetto le loro decisioni. Le Regioni possono adottare misure più restrittive di quelle nazionali».

Franceschini ha anche affermato: «Stiamo discutendo come ampliarle nel decreto di aprile, pensando anche ad altri settori come musei, editoria, eventi e mostre».  Quello della riapertura di cinema, teatri e concerti «è un grande tema perché fino al vaccino dovremo convivere col rischio contagio. Luoghi affollati per natura hanno un oggettivo problema in più. In alcuni casi non solo in platea ma anche sul palco. Stiamo ragionando su come conciliare sicurezza e riapertura. Non sarà facile ma ci riusciremo».

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