E’ stato approvato all’unanimità, con 207 voti favorevoli, il disegno di legge costituzionale sul riconoscimento delle condizioni e limiti della insularità. Ora il provvedimento, che è stato approvato in prima lettura al Senato e in seconda (senza modifiche) alla Camera, tornerà a Montecitorio per l’approvazione definitiva.

La soddisfazione di Musumeci

“Esprimo sincera soddisfazione per il voto unanime espresso dal Senato sul disegno di legge costituzionale per il riconoscimento delle condizioni e dei limiti dell’insularità”, dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando il via libera da Palazzo Madama. Musumeci conclude: “Con questo riconoscimento si verrà a eliminare un’ingiustizia che dura da quasi ottant’anni”.

Armao, “Insularità sempre centrale in agenda politica”

Con il via libera del Senato, la condizione di insularità procede velocemente verso il suo definitivo riconoscimento in Costituzione. Il testo torna ora alla Camera per la seconda e ultima approvazione, così come previsto per le leggi costituzionali, e potrà plausibilmente entrare in vigore entro l’estate.

“Un altro passo avanti per il riconoscimento dell’insularità in Costituzione, che fa interviene qualche giorno dopo l’approvazione da parte della Commissione sviluppo Regionale (REGI) del Parlamento Europeo, della proposta di risoluzione sulle isole presentata dal presidente Y. Omarjee. Risoluzione che sarà esaminata dal Parlamento europeo il prossimo giugno. La questione dell’insularità diviene sempre più centrale nell’agenda politica nazionale ed europea anche grazie al contributo ed alle iniziative intraprese della Regione Siciliana. Una volta divenuto parametro costituzionale ogni atto normativo o amministrativo dovrà essere valutato in termini di compatibilità con le misure perequative e di compensazione imposte dalla norma”. Così il vicepresidente ed assessore della Regione Siciliana, Gaetano Armao.

Santangelo, “Con ok finale si avvierà inclusione”

“Quello di riconoscere che l’insularità rappresenta uno svantaggio è un principio importantissimo che finalmente potrà presto tornare di rango costituzionale» ha affermato invece il senatore del Movimento 5 stelle, Vincenzo Maurizio Santangelo. “Erano stati proprio i nostri Padri costituenti a prevedere che lo Stato si impegnasse nella valorizzazione del Mezzogiorno e delle isole per mezzo dell’assegnazione di contributi speciali – ha aggiunto prosegue – Un principio eliminato dalla assurda riforma del titolo quinto della Costituzione del 2001. Quando parliamo d’isole, è facile pensare a Sicilia e Sardegna, ma in Italia ci sono più di 800 isole, di cui circa 80 abitate. Ognuna di queste presenta proprie peculiarità e caratteristiche comuni che meritano di essere tenute in massima considerazione per preservare e sostenere le comunità che le vivono. Mi aspetto che l’approvazione di questa riforma costituzionale non sia soltanto l’affermazione di un principio, ma l’inizio di un percorso d’inclusione volto a valorizzare e sostenere tutte le isole nella loro unicità”.

Schifani “Risposta doverosa a nostre isole”

“L’unanimità del Senato sul disegno di Legge costituzionale per il riconoscimento delle condizioni e dei limiti dell’insularità, è il segnale della giusta e doverosa assunzione di responsabilità del legislatore nei confronti dei cittadini che vivono nelle nostre isole”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato Renato Schifani. “Ancora oggi l’Italia è attraversata da grandi e profonde disuguaglianze di cui le isole subiscono, probabilmente, le conseguenze più pesanti. Ci auguriamo perciò che l’ultima lettura del testo alla Camera avvenga in tempi rapidi, così da rendere effettivo quel cambiamento che è presupposto necessario per sanare ritardi e gap, innanzitutto infrastrutturali, che gravano come macigni sulla vivibilità e sulla competitività delle isole”, conclude.

Lo Curto “Bene voto senato, ora ultima lettura alla camera”

Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, esprime soddisfazione.  “Il voto di oggi del Senato al ddl sul riconoscimento degli svantaggi derivanti dall’insularità è un deciso passo avanti per la modifica della Costituzione. La procedura di riforma prevede ora l’ultima votazione, in seconda lettura della Camera, ma ormai possiamo parlare di risultato raggiunto”.

Lo Curto prosegue: “Per la Sicilia si tratta di un plafond aggiuntivo di ben sette miliardi di euro che potranno essere riconosciuti alla Regione affinché i cittadini non subiscano più condizioni sfavorevoli. Ogni cittadino siciliano paga un costo, in termini assoluti, di 1.300 euro in più all’anno rispetto ai cittadini residenti nelle regioni continentali”.

E sottolinea: “Questo gap comporta svantaggi in settori come trasporti, sanità, importazioni, imprese, energia e istruzione. Sono fiera di aver messo la prima firma al ddl voto che oggi ha avuto il terzo voto favorevole. In seno all’Assemblea regionale siciliana ho spinto perché questa norma arrivasse subito all’attenzione del Parlamento che è l’unico preposto alle modifiche costituzionali. Voglio ricordare come la necessità di rimediare a questa forte disparità tra regioni sia stata un obbligo morale dopo la riforma del titolo V della Costituzione Italiane del 2001 che ha colpito in modo infausto Sicilia e Sardegna”.

Cosa significa essere isola

Essere un’isola, è il ragionamento alla base del ddl, comporta enormi costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Secondo uno studio essere isola, con le difficoltà collegate ai trasporti e ai collegamenti, costa alla Sicilia tra i 6,04 e i 6,54 miliardi di euro l’anno, un valore tra il 6,8 e il 7,4% del Pil regionale. Questo si traduce di fatto in una sorta di tassa occulta quantificabile in circa 1.300 euro a testa per ogni cittadino siciliano, neonati compresi.

“Bene misure contro svantaggi”

“Giusto introdurre in Costituzione il riconoscimento della peculiarità delle nostre isole e la promozione delle misure necessarie a rimuovere svantaggi dovuti all’insularità”, aggiunge la senatrice della Lega,
Nadia Pizzol sul disegno di legge sulla insularità – Difficoltà di collegamento e costi di trasporto, invecchiamento della popolazione e criticità quotidiane sono solo alcuni dei problemi che affliggono queste realtà. Bene quindi agire in questa direzione e integrare questo principio costituzionale, che attraverso successivi strumenti legislativi ci consentirà di avere dispositivi per colmare il divario che separa cose e persone delle isole dal resto dei cittadini. Questa riforma permetterà, inoltre, di guardare alle isole grandi e piccole come un patrimonio da valorizzare non solo dal punto di vista turistico, ma anche di ciò che ne fa un elemento di ricchezza per il nostro Paese”.

“Riconoscerla è attuare coesione sociale”

“Finalmente la Repubblica riconosce i diritti di ben 6,5 milioni di italiani che vivono nelle isole – ha detto la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu, intervenendo in Aula durante l’esame sulla legge costituzionale -. Significa attuare realmente il principio della coesione sociale tra tutti i cittadini del Paese. Un risultato che abbiamo potuto raggiungere grazie alla sottoscrizione di oltre 200 mila cittadini di una legge costituzionale di iniziativa popolare. A loro, ai sindaci che vivono nelle isole, alle forze politiche, che unanimemente hanno voluto inserire in Costituzione il riconoscimento dell’insularità, va il mio più sentito grazie”.

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