Andrea Crisanti, microbiologo, intervistato da La Stampa e il Messaggero, ha affermato che «adesso è tardi per il contact tracing, con questi numeri bisogna diminuire i contatti personali e passare a chiusure via via più estese. Il virus passerà inesorabilmente dai giovani agli anziani facendo salire i ricoveri. E purtroppo anche i decessi».
L’esperto, quindi, consiglia uno stop «per tre settimane, per le feste di Natale». Poi la critica al contact tacing: «tutto il sistema che non funziona: In genere, una persona in media viene in contatto con 15-20 persone negli ultimi 5 giorni, quindi significa che se un sistema di contact tracing funzionasse al 100 per cento oggi su quasi 7.500 casi positivi avremmo dovuto mettere in isolamento 150mila persone. Ne abbiamo isolato circa 5mila, significa che abbiamo lasciato il 95% dei contatti liberi di andare dove vogliono; questa non era una cosa da fare a livello regionale, serviva un piano nazionale».
Insomma, per Crisanti l’effetto del tracciamento non lo vedremo «mai, ormai il tracciamento italiano è fuori controllo, è al collasso; in Italia in questo momento è inesistente. È la Caporetto della prima linea difensiva».
«Queste – ha spiegato il microbiologo – erano cose che si dovevano fare tre mesi fa. E già era tardi anche allora. In uno stato di emergenza bisogna cercare di interrompere l’epidemia e l’unico modo che abbiamo adesso sono le misure di restrizione, quelle che gli inglesi chiamano circuit breaker, cioè un interruttore. E poi il tracciamento, che però non sta funzionando. Non abbiamo altre opzioni. Se continua così bisogna quindi introdurre lo stop, chiudendo prima gradualmente attività come bar e ristoranti. Sono misure molto restrittive che bloccano la trasmissione per poi prendere fiato».
Per Crisanti, infine, «continuando così sarà lockdown a Natale».
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