È stato depositato al Viminale, il simbolo dell’ex Magistrato Luca Palamara. Il contrassegno con la dea bendata della giustizia, e la scritta “Palamara oltre il sistema”. Palamara è anche indicato come capo politico.

Le parole dell’ex magistrato

“Abbiamo depositato il simbolo di “Palamara oltre il sistema” richiamandoci ai temi della giustizia equa, la dea con la
bilancia e non il pugnale proprio per esprimere un punto di vista garantista è una visione della giustizia equa rapida scevra da inquinamenti esterni», commenta Palamara in una nota .

L’ex magistrato non venuto di persona a depositare ha poi aggiunto: «Una giustizia che venga declinata dal punto di vista sociale, del lavoro, dei diritti. Per quanto riguarda le firme credo che sia giusto sposare appieno l’iniziativa di chi come Cappato dice usiamo la tecnologia per raccogliere le firme in modo digitale – ha sottolineato – Altrimenti che senso ha usare la forma digitale per la burocrazia e non usarla per impedire la democrazia e agli italiani di votare per chi vorrebbero e non per coloro che non devono raccogliere le firme e che si sono auto garantiti?”.

Presentati 98 simboli elettorali

La prima tappa dell’iter elettorale è conclusa. Alle 16 al Viminale sono stati depositati 98 simboli. La stragrande maggioranza di loro dovrà raccogliere le firme per essere sulle schede elettorali. Le liste andranno presentate nelle varie Corti d’Appello domenica 21 e lunedì 22 agosto.

Le grandi coalizioni sono soltanto due: centrodestra e centrosinistra. Terzo polo e M5s si cimentano con un unico simbolo e senza alcun alleato.

Palamara a giungo in Sicilia

Nello scorso mese di giugno Palamara in Sicilia aveva parlato dei referendum sulla giustizia. “Mettere in carcere il nemico politico è un’operazione che è fallita, se lo devono mettere in testa. Ha caratterizzato una parte della vita politica del paese. Pensare di utilizzare sistematicamente la magistratura e un’indagine penale per sbattere in carcere quello che non deve essere eletto, sia sindaco che politico non può più reggere”. E’ quando aveva detto l’ex magistrato nel corso della chiusura della campagna referendaria sui cinque quesiti in materia di giustizia, presso l’Astoria Palace Hotel di Palermo, organizzato dal comitato “Sì per la libertà, Sì per la giustizia”.