“I cittadini italiani all’estero hanno urgente necessità di poter accedere ad una rete diplomatico-consolare efficiente e ai servizi ad essa connessi. Il MAECI deve investire sui servizi consolari e sulla loro modalità di erogazione, riducendo i tempi di attesa per il rilascio dei documenti. Il nostro Paese deve poter garantire pieno ascolto alle istanze dei connazionali residenti oltre confine, supportando e valorizzando i lavoratori che ogni giorno consentono, con la loro presenza e attività, il funzionamento degli uffici consolari nonché la promozione e la valorizzazione del made in Italy all’estero”. Così, Aldo Di Biagio, già parlamentare di due legislature e coordinatore per l’Europa di Noi Moderati.
“Servono infrastrutture informatiche ambiziose”
“Al momento – sottolinea Di Biagio – quasi 7 milioni di iscritti Aire nel mondo non possono contare su un sistema efficiente di accesso ai consolati e di gestione delle pratiche. E’ per questo che si sta registrando un crescente “turismo di ritorno per necessità amministrative”, poiché molti di loro sono costretti a recarsi in Italia per poter ottenere un banale rinnovo di passaporto. Il sistema “Prenot@mi”, introdotto per facilitare l’accesso ai servizi consolari, si sta dimostrando un ostacolo invalicabile per chi ha urgente necessità di contattare le sedi consolari. Non è questa la strada giusta: il nostro Paese deve essere ambizioso e poter contare anche all’estero su infrastrutture informatiche e digitali che consentano una piena gestione dei servizi consolari ai connazionali e alle imprese, attraverso meccanismi smart e di facile accesso, con la certezza che, al contempo, sia garantita la sicurezza dei dati e la trasparenza delle operazioni. Senza considerare la carenza di personale all’estero, in parte causata dal blocco delle assunzioni e in parte da condizioni contrattuali ed economiche per gli operatori delle sedi all’estero, per nulla favorevoli. La presenza degli operatori sulla rete diplomatico-consolare non è proporzionata alla richiesta di servizi da parte della nostra cittadinanza. E’ per tutte queste ragioni che occorre rimettere l’Italia al centro, restituendo nuovo slancio al sistema Paese all’estero e ciò sarà solo possibile partendo dal riconoscimento dei diritti dei nostri connazionali oltre confine ed il pieno supporto alle nostre imprese a cui manca un riferimento da molto tempo”.
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