La lebbra è davvero tornata in Europa dopo decenni di silenzio? Sì, alcuni casi sono stati segnalati in Romania e Croazia ma il quadro delineato dalle autorità sanitarie invita alla cautela e alla razionalità, non al panico.
Nelle ultime ore due Paesi dell’Europa orientale hanno comunicato la presenza di nuovi casi di lebbra, una malattia che nel continente europeo sembrava ormai confinata ai libri di storia della medicina. Le segnalazioni arrivano dalla Romania e dalla Croazia, dove i rispettivi ministeri della Salute hanno attivato immediatamente i protocolli di controllo e contenimento previsti per le malattie infettive.
Il dato che accomuna entrambe le situazioni è chiaro: il rischio per la popolazione generale è considerato molto basso. La lebbra, oggi chiamata più correttamente morbo di Hansen, è infatti una patologia poco contagiosa, che richiede contatti molto prolungati per essere trasmessa. Le autorità sanitarie sottolineano inoltre che i casi sono stati individuati in modo tempestivo e che tutte le persone coinvolte sono seguite dal punto di vista clinico.
Romania: quattro casi sospetti dopo 44 anni
In Romania l’ultimo caso di lebbra risaliva al 1981. Dopo oltre quattro decenni, le autorità sanitarie hanno confermato la presenza di nuovi casi nella città di Cluj-Napoca, importante centro urbano della Transilvania.
Il ministro della Salute, Alexandru Rogobete, ha annunciato che uno dei quattro casi sospetti è stato ufficialmente diagnosticato, mentre gli altri tre sono ancora sottoposti a valutazione clinica e microbiologica. Tutte le persone coinvolte sono donne di origine asiatica impiegate come massaggiatrici nello stesso centro.
Le autorità hanno disposto la chiusura temporanea del salone di massaggi, avviando una sanificazione straordinaria degli ambienti e controlli sanitari su tutti i dipendenti. Parallelamente è stata estesa l’indagine epidemiologica per individuare eventuali contatti a rischio.
Il ministro ha voluto rassicurare la popolazione, spiegando che una volta avviata la terapia farmacologica il rischio di trasmissione diminuisce progressivamente fino ad annullarsi. La lebbra, ha ricordato, non si trasmette attraverso contatti brevi o la semplice condivisione di spazi comuni.
Perché il rischio di contagio è considerato basso
Uno dei punti centrali sottolineati dalle autorità rumene riguarda la bassa contagiosità della lebbra. A differenza di molte infezioni respiratorie comuni, la trasmissione richiede esposizioni prolungate e ravvicinate con una persona non ancora in trattamento. Questo significa che frequentare gli stessi luoghi pubblici, come mezzi di trasporto o uffici, non comporta un rischio significativo. È un elemento chiave per comprendere perché, nonostante l’eco mediatica, non siano state adottate misure straordinarie per la popolazione generale. L’intervento tempestivo delle autorità sanitarie rientra nei protocolli standard e dimostra la capacità di risposta del sistema sanitario rumeno di fronte a una malattia rara ma conosciuta.
Il caso in Croazia: primo dopo oltre 30 anni
Anche la Croazia ha segnalato un caso isolato di lebbra, il primo dal 1993. Nel corso del XX secolo nel Paese balcanico erano stati registrati complessivamente circa 20 casi.
A fornire i dettagli è stato Bernard Kaić, responsabile del Servizio per l’epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto croato di sanità pubblica. Il paziente si è presentato circa dieci giorni fa al servizio epidemiologico di Spalato con sintomi compatibili con la malattia. “Il caso è stato individuato tempestivamente”, ha dichiarato Kaić, precisando che “la persona è attualmente in cura, mentre i contatti stretti hanno ricevuto una terapia post-esposizione preventiva, pur non risultando contagiati”.
Il paziente è un lavoratore straniero originario del Nepal, residente in Croazia da due anni insieme alla famiglia. Tutti i contatti sono sotto monitoraggio medico e le autorità hanno ribadito che “la situazione è completamente sotto controllo”.
Cos’è la lebbra e come si trasmette
La lebbra, o morbo di Hansen, è una malattia infettiva cronica causata dal batterio Mycobacterium leprae. Si trasmette principalmente attraverso goccioline respiratorie emesse con tosse o starnuti, ma solo in condizioni di contatto molto prolungato. Questo aspetto la rende molto meno contagiosa rispetto ad altre malattie respiratorie più comuni. Non è sufficiente un contatto occasionale per contrarre l’infezione.
Secondo l’epidemiologo Kaić, i sintomi caratteristici includono lesioni cutanee e danni ai nervi periferici, che possono causare perdita di sensibilità e una sensazione di debolezza. Se non trattata, la malattia può portare a complicanze, ma oggi la diagnosi precoce cambia radicalmente la prognosi.
Una malattia curabile: cosa prevede la terapia
Un elemento spesso trascurato nel dibattito pubblico è che la lebbra è completamente curabile. Il trattamento consiste in una combinazione di farmaci antimicrobici da assumere per un periodo che varia dai sei ai dodici mesi. La terapia porta alla guarigione completa e, una volta iniziata, rende rapidamente il paziente non contagioso. È per questo motivo che gli esperti insistono sul fatto che non vi siano motivi di allarme per la popolazione.
La situazione in Italia: malattia rara ma monitorata
In Italia la lebbra è considerata una malattia rara, ma non del tutto scomparsa. Esistono linee guida nazionali specifiche per la diagnosi e la cura, con centri di riferimento in diverse città, tra cui Genova, Bari, Messina e Cagliari.
Lo sapevi che…?
- La lebbra non è una malattia del passato: ogni anno nel mondo si registrano nuovi casi.
- Dopo l’inizio della terapia, una persona affetta non è più contagiosa.
- Lo stigma sociale rappresenta ancora oggi uno dei principali problemi legati alla malattia.
FAQ – Le domande più comuni
La lebbra è molto contagiosa?
No, richiede contatti molto prolungati e ravvicinati.
Esiste una cura efficace?
Sì, la terapia farmacologica porta alla guarigione completa.
C’è un rischio per chi vive in Europa?
Secondo le autorità sanitarie, il rischio per la popolazione generale è molto basso.
Perché se ne parla ora?
Perché la malattia è rara in Europa e ogni nuovo caso attira attenzione mediatica.
I casi sono sotto controllo?
Sì, in Romania e Croazia sono stati attivati protocolli di monitoraggio e prevenzione.






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