Sta per concludersi il 2018, un anno molto impegnativo per la Marina Militare che ha visto il personale e i mezzi della Forza Armata, inquadrato nel più ampio ambito interforze della Difesa, operare senza soluzione di continuità dal Mar Artico all’Antartide, in Mar Mediterraneo come negli oceani, a tutela degli interessi nazionali con una serrata attività di presenza e sorveglianza degli spazi marittimi.
Con una densa attività di incontri istituzionali, la Marina Militare ha continuato ad esercitare un importante ruolo di coordinamento tra i principali attori che interagiscono con il mare, in una visione internazionale, europea e globale che vede il mare sempre più protagonista dello sviluppo sostenibile dell’economia nazionale ed internazionale.
Il 2018 è stato per la Marina Militare l’anno della memoria, legato alle commemorazioni della fine del primo conflitto mondiale e alla celebrazione del Centenario dell’impresa di Premuda, la più brillante e audace azione navale della prima Guerra Mondiale.
Con un incessante impegno operativo sia in ambito nazionale che internazionale la Marina Militare ha continuato ad assicurare i tradizionali compiti istituzionali di difesa e sicurezza delle zone marittime di interesse. Uno di questi contesti è rappresentato dall’Operazione Mare Sicuro, durante il quale le unità navali, supportate dalla componente aerea imbarcata e dalla componente sommergibili della forza armata, in coordinamento con il corpo della Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e altri corpi dello Stato sono state impegnate a tutela degli interessi nazionali nel Mediterraneo centrale, garantendo la sicurezza delle linee di comunicazione marittime, il contrasto alla criminalità dedita a traffici illeciti, la protezione del naviglio nazionale e delle piattaforme estrattive presenti nelle acque internazionali a nord della Libia.
E proprio in Libia sono presenti sia una unità navale ausiliaria della Marina Militare che, in porto a Tripoli, garantisce – grazie anche alla presenza a bordo del personale tecnico civile della forza armata – il supporto tecnico-logistico-manutentivo alla Guardia Costiera e Marina libiche, che i fucilieri di Marina della Brigata Marina San Marco, inquadrati nella Task Force Ippocrate, impiegati dallo scorso settembre per garantire la sicurezza della base e dell’ospedale da campo italiano, nell’ambito della missione bilaterale di assistenza e supporto (MIASIT).
Nel corso dell’anno la Marina Militare oltre a garantire costantemente una unità navale per l’operazione dell’Unione Europea a guida italiana “EUNAVFOR Med Sophia”, ha anche reso disponibili alla NATO le navi Espero, Euro e Scirocco per le esigenze dell’Operazione marittima denominata “Sea Guardian”, con lo scopo di incrementare il coordinamento tra l’attività dell’Alleanza atlantica e quelle dell’Unione Europea, al fine di migliorare la difesa e la sicurezza collettiva, assicurando maggiori sinergie e sfruttando le peculiarità di ciascuna organizzazione.
Nell’ambito di un impegno senza sosta a salvaguardia delle linee di traffico marittimo di interesse nazionale anche fuori dal Mediterraneo, la Fregata Europea Multi Missione (Fremm) Carlo Margottini ha navigato fino al Mare Arabico e all’Oceano Indiano per una campagna finalizzata anche a rafforzare la cooperazione multinazionale e il dialogo tra i Paesi, oltre che a promuovere in modo integrato il “Sistema Italia”, affiancando e supportando le attività dell’industria nazionale. La dislocazione medio-orientale di Nave Margottini, durata in totale circa 7 mesi, si è completata con la partecipazione all’operazione di contrasto alla pirateria dell’Unione Europea “EUNAVFOR Atalanta”. Impegno assunto per i successivi 4 mesi e conclusosi a dicembre anche dalla più recente delle Fremm, nave Federico Martinengo.
Il Nord America è stato invece meta della Fremm Alpino, protagonista di una campagna navale di due mesi, tra maggio e giungo, che ha rappresentato un’occasione di confronto con le marine amiche e alleate, nonché una preziosa occasione di addestramento, per mantenere elevati livelli di prontezza, e di rafforzamento dei rapporti con gli alleati trans-regionali.
Nave Alliance è ritornata per ben due volte al Polo Nord, fra i mari d’Islanda e Groenlandia, oltre il Circolo Polare Artico, per la prima volta durante l’inverno artico, per sostenere importanti attività di ricerca prima nell’ambito della missione scientifica svolta con il Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) della NATO e, successivamente, per partecipare alle campagne idro–oceanografiche “Calypso 18”, “NREP 18” e “High North 18”, durante le quali sono state condotte centinaia di ore di attività scientifica nell’area a Nord – Ovest delle Isole Svalbard. Grazie a queste attività si è consolidata la presenza italiana in una regione, quella artica, al centro da alcuni anni dell’agenda internazionale per i rilevanti mutamenti di natura climatico-ambientale, ma anche geo-politica, che hanno lu ogo in misura sempre crescente, creando anche nuove opportunità per i traffici marittimi e la ricerca in campo energetico.
Le Navi scuola a vela della Marina Militare sono state impegnate insieme al Cacciatorpediniere Luigi Durand De La Penne per la formazione e l’addestramento degli allievi, quali momenti conclusivi dei percorsi seguiti presso gli Istituti di Formazione della forza armata posti alle dipendenze del comando Scuole della Marina, in linea con le tradizioni marinaresche ed i valori etici e morali che, ieri come oggi, continuano ad ispirare gli uomini e le donne di mare.
Nave Vespucci ha portato nuovamente il tricolore in Nord Europa e, per la prima volta nella sua storia, dopo aver toccato la capitale dell’Islanda, nel mese di agosto ha raggiunto e superato il Circolo Polare artico. Nave Palinuroha svolto la sua campagna d’istruzione nel Mediterraneo centrale, spingendosi fino in Mar Nero. Nave De La Penne ha attraversato le “colonne d’Ercole” per toccare le sponde atlantiche dell’Africa centrale, mentre le unità a vela minori Orsa Maggiore, Caroly e Corsaro II, hanno gravitato nel Mediterraneo centrale ed occidentale.
La presenza delle suddette unità in contesti marittimi diversificati, ha assicurato altresì una proficua attività di promozione del made in Italy in aree diverse ed eterogenee garantendo un efficace ritorno d’immagine per le Forze Armate italiane e per il Sistema Paese.
Un anno, il 2018, trascorso, oltre che nel segno dell’impegno operativo anche nell’ambito duale con numerose iniziative che spaziano dall’umanitario, al sociale, all’ambientale, allo scientifico ed in tutti i settori al servizio della collettività che, unitamente alla funzione prettamente militare, delineano le capacità “complementari” in senso più ampio.
La campagna di Nave ITALIA a favore della Fondazione Tender To Nave Italia Onlus ha regalato a persone con disagio sociale o disabilità psicofisiche un’esperienza di vita nuova e stimolante a bordo del brigantino più grande del mondo, inquadrandole in specifici percorsi terapeutici, al fine di far crescere la propria autostima ed acquisire maggiore consapevolezza delle proprie capacità. Sulla stessa scia, le immersioni organizzate dagli operatori del Comando Subacquei e Incursori della Marina (Comsubin) che hanno permesso di far vivere momenti di libertà a “subacquei speciali”.
Le camere iperbariche attivate presso il Centro Ospedaliero Militare di Taranto e il Comando Subacquei ed Incursori di La Spezia hanno consentito di salvare vite umane mediante il trattamento di pazienti civili in situazioni di emergenza.
Il consueto concerto della Banda della Marina all’Auditorium Parco della Musica è stato dedicato quest’anno alla Fondazione Francesca Rava NPH Italia onlus, che ha raccolto fondi grazie alla capillare distribuzione dei prodotti solidali con l’obiettivo di dare una speranza a bambini meno fortunati e, in particolare, con la costruzione di una scuola nelle zone terremotate delle Marche.
Inoltre, sono continuati, con Operation Smile, i weekend clinic a bordo delle unità della Marina Militare, che hanno permesso a numerosi bambini, affetti da gravi malformazioni dalla nascita, di poter finalmente tornare a sorridere.
Sono più di 38.000 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, dai Palombari del Comsubin nel 2018, oltre ai 43.600 proiettili di piccolo calibro bonificati. Il disinnesco del pericoloso ordigno esplosivo rinvenuto a Fano è soltanto uno degli esempi delle numerose attività condotte a salvaguardia della pubblica incolumità, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio, volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della navigazione e della balneabilità. Proprio al Comsubin è dedicato il calendario istituzionale 2019 dal titolo “Palombari e Incursori nella Marina Militare”, un prodotto editoriale a scopo benefico, a favore della fondazione Operation Smile.
Quelle ricordate rappresentano solo alcune tra le più significative attività condotte dalla forza armata nel 2018 con un impegno a tutto tondo, multilaterale, diversificato e flessibile su diversi livelli operativi e capacitivi in linea con le caratteristiche peculiari della Marina Militare inserita in un ampio contesto integrato interforze, internazionale ed interagenzia con il concorso proficuo ed sinergico di tutti i pilastri caratteristici che reggono la forza armata quale quello operativo, quello formativo, quello logistico/manutentivo e quello delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.
Il 2019 si apre nel solco della continuità con circa 2000 uomini e donne che, anche durante il periodo festivo, operano oltre l’orizzonte come in patria, sopra e sotto il mare, in terra e in cielo, in Italia e all’estero, con professionalità, spirito di sacrificio ed efficacia a salvaguardia della sicurezza nazionale e a supporto della collettività.
Operazione Atalanta
L’operazione Atalanta, decisa dal Consiglio Europeo nel novembre del 2008, è la prima operazione militare a carattere marittimo a guida europea, nata con l’obiettivo di prevenire e reprimere gli atti di pirateria nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e bacino Somalo) che continuano a rappresentare una minaccia per la libertà di navigazione del traffico mercantile e in particolare per il trasporto degli aiuti umanitari del World Food Programme.
Con la Council Joint Action 2008/251 del 10 novembre del 2008, l’UE ha istituito di fatto la prima operazione militare a carattere marittimo a guida europea: l’Operazione Atalanta. Essa è un importante tassello nella politica di difesa europea con l’obiettivo di: proteggere le navi del World Food Programme, dell’African Union Mission in Somalia (AMISOM) e altre unità vulnerabili; dissuadere e interrompere atti di pirateria e attacchi armati in mare; monitorare le attività di pesca al largo delle coste della Somalia; supportare le altre missioni dell’Unione Europea e le organizzazioni internazionali, operando per rafforzare la sicurezza marittima nella regione.
La Forza Navale Europea opera in una zona compresa tra il Mar Rosso, il Golfo di Aden e parte dell’Oceano Indiano, Isole Seychelles incluse (una zona di mare che per grandezza è paragonabile a tutto il Mar Mediterraneo).
High North 18
“High North 18” è parte dell’impegno della Marina Militare nella regione artica ed è il naturale prosieguo delle precedenti missioni al fine di consolidare e ulteriormente sviluppare i risultati della ricerca scientifica in particolare nello studio dei cambiamenti climatici in aree di particolare interesse. La missione è possibile grazie alle capacità di nave Alliance di operare nelle regioni polari a conferma della consolidata flessibilità operativa della Marina Militare che, nell’ambito delle sue funzioni duali e complementari, è in grado di svolgere attività di ricerca scientifica con diversi partner nazionali ed internazionali.
La Marina Militare attraverso l’Istituto Idrografico partecipa da due anni al Tavolo Artico, fornendo il supporto specialistico al gruppo di lavoro EPPR (Emergency, Prevention, Preparedness and Response) dell’Artic Council. Elemento di particolare rilevanza di questa attività è il ruolo assunto dalla Marina Militare per il tramite dell’Istituto Idrografico, come “marine focal point” della comunità scientifica nazionale in Artico.
Tale ruolo di rilievo è stato raggiunto grazie alla costituzione del Reparto di Geofisica Marina ed Oceanografia presso l’Istituto Idrografico e l’elevata dinamicità dimostrata dallo stesso sin dalla sua costituzione.
L’area polare artica (insieme alla gemella antartica) per le sue caratteristiche di “motore” del clima del pianeta è nodo cruciale per comprendere l’evoluzione del clima ed il suo impatto sul pianeta e sull’economia globale.
In questo quadro dove si fondono aspetti ambientali, socio economici e geostrategici si colloca il motivo della presenza dell’Italia nell’area Artica.
Nave Alliance è un’unità polivalente di ricerca che svolge principalmente attività condotte dal Centro di Ricerca e Sperimentazione Marittima (Centre for Maritime Research and Experimentation – CMRE), per conto dell’Organizzazione Scientifica e Tecnologica (Science and Technology Organization – STO) della NATO. Dal marzo 2016 è iscritta al registro del naviglio militare ed equipaggiata con personale della Marina Militare grazie a un’intesa del dicembre 2015 fra la Marina Militare e il CMRE.
L’attività condotta da nave Alliance rappresenta dunque un importante valore aggiunto nella raccolta di utili elementi di valutazione in molteplici settori, non ultimo quello climatico.
La Marina Militare, con l’ausilio di piattaforme e strumenti per la ricerca in ambito marino dell’Istituto Idrografico della Marina, contribuisce quindi a migliorare la conoscenza sulle evoluzioni di quell’ambiente marino per meglio garantire la sicurezza e il libero utilizzo delle risorse.
Campagne d’istruzione
Quest’anno le unità a vela della Marina Militare sono state impegnate insieme al Cacciatorpediniere Luigi Durand De La Penne nel corso del periodo estivo per la formazione e l’addestramento degli allievi secondo le tradizioni ed i valori etici, che ieri come oggi, continuano ad ispirare gli uomini e le donne di mare.
Nave Vespucci ha portato nuovamente il tricolore in Nord Europa, mentre nave Palinuro si è addestrata in Mediterraneo Centrale, spingendosi fino in Mar Nero. Nave De La Penne ha toccato invece le sponde atlantiche dell’Africa Centrale, mentre le unità a vela minori Orsa Maggiore, Caroly e Corsaro II, hanno gravitato nel Mediterraneo centrale ed occidentale.
Durante le soste effettuate nei porti dell’Africa atlantica, del nord Europa e del Mediterraneo, gli equipaggi e gli allievi Ufficiali e Sottufficiali in formazione della Marina Militare hanno rappresentato l’Italia e sono stati ripagati dal forte affetto delle comunità italiane residenti all’estero. Sono stati quasi 70.000 infatti i visitatori che hanno avuto la possibilità di salire a bordo delle navi e numerosi sono stati anche gli eventi culturali e promozionali organizzati con la collaborazione delle rappresentanze diplomatiche che hanno permesso, tra l’altro, di mostrare l’eccellenza italiana ed il prestigio delle Forze Armate italiane.
Le campagne d’istruzione rappresentano un elemento cardine nella formazione del personale della Marina Militare che viene impegnato sia in navigazione che durante le soste nei vari porti nazionali ed esteri in numerose attività didattiche ed addestrative – come quelle ad esempio svolte nell’ambito delle discipline marinaresche, professionali e della formazione etico-militare – al fine di far propri i valori di fedeltà, disciplina e senso del dovere che, ieri come oggi, continuano ad ispirare gli uomini e le donne di mare e per acquisire l’importanza del lavoro di squadra, che caratterizza ogni marinaio nell’assolvimento dei compiti della forza armata al servizio della collettività.
Operazione Mare Sicuro
L’Operazione MARE SICURO rappresenta, con la MM, la risposta della Difesa alle disposizioni del Governo a seguito dell’aggravarsi della crisi libica. Dal 12 marzo 2015, è stato schierato in mare un Dispositivo aeronavale con la missione di svolgere, in applicazione della legislazione nazionale e accordi internazionali vigenti, attività di presenza, sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale.
Il compito dell’Operazione Mare Sicuro, alla luce dell`aggravarsi della minaccia terroristica, è quello di rafforzare quanto già in atto da parte delle unità della Marina Militare che operano nel Mediterraneo con un dispositivo aeronavale dislocato in modo baricentrico davanti alle coste della Libia per assicurare la tutela degli interessi nazionali, la protezione delle linee di comunicazione, delle navi commerciali in transito, delle fonti energetiche strategiche d’interesse nazionale e la sorveglianza delle formazioni jihadiste.
La presenza del dispositivo aeronavale in alto mare garantisce quindi un importante servizio per la collettività con un`adeguata cornice di sicurezza a tutti i mezzi navali dello Stato, e non, impegnati nelle attività di ricerca e soccorso.
Operazione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT) – Task Force Ippocrate
Nell’ambito della collaborazione e del supporto fornito dalle autorità italiane a quelle del governo di accordo nazionale libico nel processo di stabilizzazione del paese e a seguito di specifica richiesta libica al governo italiano, il Parlamento autorizzò nel 2016 lo schieramento di una struttura ospedaliera campale nell’area di Misurata a partire dal 2017.
L’operazione, dal 1° gennaio 2018, è stata riconfigurata nell’ambito delle attività di supporto sanitario e umanitario previste dalla “Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia”.
La Task Force dislocata presso il sedime dell’aeroporto militare di Misurata consta di circa 300 militari.
Lo scopo iniziale della missione è stato quello di fornire assistenza sanitaria alle forze libiche impegnate nel contrasto alla presenza di Daesh in Libia mediante lo schieramento di una struttura ospedaliera campale militare interforze a sostegno dell’ospedale civile di Misurata.
Con l’evolversi della situazione in Libia ed il progressivo diminuire delle ostilità la missione ha altresì supportato progressivamente in maniera sempre più estesa la popolazione civile attraverso prestazioni sanitarie in supporto e completamento delle capacità sanitarie locali.
Un team medico militare italiano, fornisce coordinamento, consulenza e addestramento ai colleghi medici libici. L’ospedale da campo, definito tecnicamente ROLE 2, ha una capacità di 30 posti letto circa, con reparti di pronto soccorso, terapia intensiva, radiologia, laboratorio di analisi ecc. Il tutto con relative equipe mediche specializzate.
A partire dal mese di settembre u.s. e fino al mese di febbraio 2019, la Marina Militare ha dispiegato un’aliquota della Brigata Marina San Marco presso l’aeroporto di Misurata.
EunavforMed
Il mandato principale della missione Sophia di EUNAFORMED è quello di intraprendere sforzi sistematici per identificare e fermare navi in sospette attività di traffico illecito di migranti, al fine di contribuire agli sforzi dell’UE per combattere ed eliminare il modello di business del traffico di esseri umani nel Mediterraneo centro-meridionale e prevenire l’ulteriore perdita di vite umane in mare.
Dal 7 ottobre 2015, come concordato dagli ambasciatori dell’UE in seno al Comitato di sicurezza del 28 settembre, l’operazione è passata alla fase 2 che comporta la ricerca e il sequestro in alto mare delle navi sospettate di essere utilizzate per il contrabbando di esseri umani.
Il mandato dell’operazione Sophia è stato rafforzato con l’aggiunta di due ulteriori compiti:
formazione della Guardia Costiera e della Marina libica;
contribuire all’attuazione dell’embargo sulle armi in alto mare al largo delle coste della Libia posto delle Nazioni Unite.
Sea Guardian
L’Operazione Sea Guardian è nata dopo il Summit di Varsavia del luglio 2016 con lo scopo di incrementare il coordinamento tra l’attività della NATO e quelle dell’Unione Europea condotte con l’operazione Eunavformed Sophianell’area mediterranea, al fine di migliorare la difesa europea e la sicurezza collettiva assicurando maggiori sinergie e sfruttando le peculiarità di ciascuna organizzazione.
Sea Guardian è una operazione altamente flessibile che è in grado di assolvere un ampio spettro di compiti nell’ambito della sicurezza marittima che includono la sorveglianza degli spazi marittimi di interesse (Maritime Situational Awareness) e il contrasto al terrorismo marittimo, assicurando nel contempo la formazione a favore delle forze di sicurezza dei paesi rivieraschi (Maritime Security Capacity-Building). Oltre a queste attività, le forze navali assegnate all’operazione possono effettuare attività di interdizione marittima, di tutela della libertà di navigazione, di protezione delle infrastrutture marittime sensibili e il contrasto alla proliferazione delle armi di distruzione di massa.
NAVE ITALIA
Fondazione Tender To Nave ITALIA è una Onlus costituita il 10 gennaio 2007 dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano. La Fondazione promuove la cultura del mare e della navigazione come strumenti di educazione, formazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia. I beneficiari sono associazioni non profit, onlus, scuole, ospedali, servizi sociali, aziende pubbliche o private che promuovano azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie. Lo strumento principe di tale associazione è Nave ITALIA, il più grande brigantino a vela del mondo. Nave ITALIA è iscritta nel quadro del naviglio militare dal 19 marzo 2007 e l’equipaggio è formato da personale della Marina Militare. Il progetto Nave ITALIA rappresenta un modello unico e vincente di grande impegno e solida rietà civile, in cui la cultura del mare e della navigazione, di cui la Marina Militare è custode, diventano strumenti di educazione, formazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia.
FONDAZIONE RAVA
La Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus, nata nel giugno del 2000 ha come mission l’aiuto all’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo ed è particolarmente impegnata in Haiti dove ha realizzato l’Ospedale Pediatrico N.P.H. Saint Damien, l’unico ospedale pediatrico gratuito dell’isola, scuole e molti altri progetti in aiuto all’infanzia.
La collaborazione tra la Fondazione Rava e la Marina Militare è nata nel 2010, in occasione della tragedia del terremoto di Haiti, quando nave Cavour, attraversò l’oceano in aiuto alla popolazione colpita. Da allora Marina Militare e Fondazione Rava hanno collaborato insieme per tutte le attività a carattere umanitario.
OPERATION SMILE
Il progetto “UN MARE DI SORRISI” ha avuto inizio nel 2013, ma nasce dopo l’esperienza positiva del febbraio 2010, quando Operation Smile e la Marina Militare hanno collaborato a bordo della portaerei Cavour per la missione “White Crane” in soccorso alla popolazione di Haiti, colpita da un violento terremoto. L’impegno congiunto è continuato nel corso della campagna del 30° Gruppo Navale, durante il periplo dell’Africa, e prosegue ancora oggi grazie alle efficienti strutture ospedaliere di Nave Cavour.
Il progetto “UN MARE DI SORRISI” vede insieme la Marina Militare e i medici volontari della Fondazione Operation Smile Italia Onlus, con l’obiettivo comune di aiutare bambini e adulti affetti da labiopalatoschisi, e da malformazioni o esiti di malformazioni della testa e del collo. Quando le Unità della Squadra navale sono ferme in porto e non sono impegnate in missioni militari, vengono utilizzate quali ospedale. Le sale operatorie di cui dispongono sono messe a disposizione dei chirurghi di Operation Smile.
In tutti questi anni, grazie al lavoro dei chirurghi volontari della fondazione e ai medici della Marina, si è contribuito a ridare il sorriso a tanti bambini. Questa operazione è la più bella dimostrazione di come si possa fare un uso duale di una nave militare.
CALENDARIO 2019
Il calendario è dedicato a una delle componenti di eccellenza della Forza Armata che vanta una storia ricca di episodi di vero eroismo: il Comando Subacquei e Incursori (COMSUBIN). Un raggruppamento apprezzato a livello mondiale che svela la sua stretta interdipendenza e sinergia con le altre componenti dello strumento aeromarittimo della Forza Armata. Il primo passo di un percorso che toccherà, in futuro, anche le altre specialità, tutte caratterizzate da elevate competenze, professionalità e peculiari caratteristiche indispensabili per garantire la sicurezza della dimensione marittima.
Gli Eroi che hanno esaltato la nostra storia, provenivano da vari reparti della Forza Armata, ma solo pochi di questi possono vantare una storia ricca di tanti episodi di vero eroismo quale quella dei palombari e incursori della Marina. Una eccellenza, quella del Comsubin, apprezzata nel mondo, che la Marina h aproposto per il Calendario 2019.
Giornata della Marina Militare
Gli uomini e donne della marina militare hanno celebrato ad Ancona la giornata loro dedicata a 100 anni dalla storica Impresa di Premuda. La notte fra il 9 e il 10 giugno 1918 una sezione composta dai MAS “15” e “21” al comando del capitano di corvetta Luigi Rizzo lascia il porto di Ancona dirigendosi verso l’isola di Premuda per un normale rastrellamento allo scopo di accertare la presenza in zona di campi minati.
Durante le operazioni di perlustrazione, le unità intercettano la potente squadra navale austriaca composta di due corazzate, un cacciatorpediniere e sei torpediniere che, uscita dalla base nemica di Pola, sta dirigendo verso il canale di Otranto. Ha così origine una delle più brillanti azioni navali della Prima guerra mondiale, nel corso della quale, a conclusione di un attacco condotto con incredibile audacia e grande perizia, il comandante Rizzo silura e affonda la corazzata Santo Stefano.
A Premuda Rizzo risolse, senza saperlo, un problema ben più importante dell’affondamento di una singola nave, poiché l’impresa modificò profondamente l’attuazione di un piano politico e strategico che avrebbe portato le forze austriache, con ogni probabilità, a ottenere la supremazia navale in Adriatico e forse nel Mediterraneo.
I siluri di Luigi Rizzo, colpendo un’importante aliquota delle forze austriache e facendo crollare l’elemento sorpresa, troncarono l’impresa sul nascere, costringendo la flotta austriaca a rinunciare definitivamente all’ambizioso progetto. L’azione di Premuda convinse inoltre definitivamente gli alleati a lasciar cadere la questione riguardante l’istituzione dei comandi navali in Mediterraneo lasciando il totale controllo dell’Adriatico all’Italia.
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