Fino a qualche giorno fa in pochi, in Italia, sapevano qualcosa di approfondito su Wuhan, una città che ha pur sempre undici milioni di abitanti. Poi, però, è esplosa l’epidemia del coronavirus che sta provocando paure e psicosi in ogni dove a tal punto che anche in Italia c’è chi si sta affrettando ad acquistare le mascherine da indossare sulla bocca e il naso.

Ne è prova quanto affermato dalla dottoressa Maria Ingria, titolare di una farmacia di Roma: «Siamo rimasti solo con 60 pezzi, le richieste di mascherine da noi sono continue: da mille fino a 5mila al giorno». Eppure, come riportato da Il Tempo, c’è un paradosso: le mascherine provengono da Wuhan.

Sì, una coincidenza che lascia di stucco. Che strappa un sorriso anche se da ridere c’è poco di fronte a 130 morti e 6mila contagiati. L’allerta è seria, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è preoccupata e Cina e Russia stanno agendo insieme per trovare un vaccino nel più breve tempo possibile.

Ora, perché a Wuhan si producono quelle mascherine? Beh, è la città più popolosa della Cina centrale ed è nota per la produzione di ferro e acciaio, nonché sede di importanti industrie locali che operano in campo automobilistico e, per l’appunto, farmaceutico. Wuhan, inoltre, è il più grande polo economico centrale della Cina.  Insomma, lì producono mascherine e tant’altro. Certo, pare uno scherzo del destino o, peggio, una curiosità macabra…

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