I Mondiali di basket rappresentano una delle più importanti competizioni a livello internazionale, secondi dietro solamente alle Olimpiadi. Si tratta, in effetti, di un torneo piuttosto particolare, dal momento che dura qualcosa come due settimane e che prevede un consumo di energia, non solo fisica, ma anche e soprattutto mentale, molto imponente.

Matteo Soragna è un ex giocatore di pallacanestro che un’avventura del genere l’ha vissuta sulla propria pelle. Infatti, con la maglia della Nazionale italiana ha partecipato a tante competizioni internazionali, vincendo tra l’altro un argento alle Olimpiadi di Atene del 2004 e un Bronzo agli Europei nell’anno precedente.

Matteo Soragna e l’importanza della preparazione fisica

In un’intervista rilasciata a L’Insider, Soragna ha messo in evidenza come la preparazione per un impegno simile rappresenti una delle tappe di avvicinamento più delicate, visto che i ragazzi devono garantire altissime prestazioni fino alla fine della stagione con le proprie squadre di club, anche se poi hanno potuto sfruttare, in qualche caso, un periodo di vacanza più o meno lungo. Il problema è che fermarsi per troppo tempo non va assolutamente bene, dal momento che il fisico necessiterebbe poi di troppo tempo per tornare in forma.

La gestione del riposo, quindi, diventa un aspetto fondamentale per qualsiasi giocatore, soprattutto nel momento in cui termina la stagione agonistica con la propria squadra di club. Avere cura del proprio corpo e dell’integrazione, quindi, sono due elementi di enorme importanza sia nel recupero attivo che in quello non attivo.

Occhio a quello che si mangia

Quest’anno i Mondiali vengono disputati in Cina, ma ovviamente la tematica dell’alimentazione è sempre al centro dei pensieri di chi deve preparare un simile torneo, soprattutto quando si finisce dall’altra parte del mondo, in una Nazionale che ha una cultura del cibo totalmente differente. Ecco spiegato il motivo per cui lo staff della Nazionale deve poter contare su tante individualità differenti. Ad esempio, ciascuna squadra può vantare su un proprio dietista. Il primo passo nella cura dell’alimentazione, quindi, è quello di stilare un menu predefinito, che è uguale per tutti, visto che consente di essere il più performanti possibile. Quando si va all’estero, spesso e volentieri, la scelta del soggiorno ricade su hotel che hanno una cucina internazionale. Ci sono alcune compagini che, addirittura, sono talmente perfezioniste che si portano il cibo direttamente da casa, in maniera tale da non farsi trovare impreparati sotto nessun aspetto. La scelta degli alimenti da consumare va a inficiare direttamente sulla prestazione in campo: sembra paradossale, eppure strafogarsi di patatine fritte e caramelle può donare un apporto di energia più basso, nonostante chiaramente non vada a influenzare le capacità tecniche di un giocatore.

La gestione dello stress

Un altro aspetto molto interessante che può incidere certamente, sia in positivo che in negativo, su questo torneo è lo stress. In realtà, sarebbe più giusto parlare di tensione pre-partita: si tratta dell’emozione di prendere parte ad un evento del genere, che genera una certa pressione magari anche per via del livello degli avversari che si incontrano poi in campo. Una pressione che è amplificata, come è stato ben spiegato da Matteo Soragna, nel momento in cui indossi la maglia della tua Nazione. Gli errori non sono permessi, così come i cali di concentrazione sono da ridurre al minimo: insomma, c’è tanto lavoro mentale da fare per poter offrire una prestazione al top delle proprie potenzialità.

I giocatori più forti, come ammesso dall’ex giocatore di Treviso e Biella, ora opinionista di Sky Sport, sono quelli che riescono a gestire e ad affrontare i propri sentimenti, come ad esempio la paura di fare qualche errore o anche proprio la paura di perdere la partita e di deludere un popolo intero. La gestione delle proprie emozioni e tensioni, quindi, diventa un aspetto in grado di fare senz’altro la differenza. E non dipende tanto dagli altri, ma dalle abitudini di ciascuna persona: la concentrazione varia in base alle proprie preferenze ed esigenze. Qualcuno può trovare la giusta concentrazione leggendo un buon libro, altri ascoltando una playlist musicale: l’importante è arrivare pronti per l’inizio della partita.