“Il viaggio delle donne verso l’Europa” è un incontro estremamente illuminante che si terrà sabato 27 marzo a partire dalle 18. La diretta, organizzata dall’ong Sos Mediterranee sarà trasmessa sui profili social del gruppo Gedi. Quattro ore in diretta per parlare di soccorso in mare e per sostenere la missione di Ocean Viking, la nave che negli anni ha salvato più di 32.000 migranti nel Mediterraneo.

L’appuntamento online porterà ad una profonda riflessione riguardo alla condizione precaria della donna migrante che abbandona la propria casa per costruirsi una nuova vita; rischia tutto esponendosi così pericoli mortali, ma non è l’unica bruttura a cui sono soggette. Il comportamento oltraggioso inflitto alle donne è soprattutto il pregiudizio pressante contro cui si scontrano per essere andate via.

La rotta migratoria più mortale al mondo è proprio quella del Mediterraneo centrale. Donne, uomini e bambini continuano a morire alle porte dell’Europa, mentre le autorità discutono di soluzioni politiche a quello che è semplicemente un obbligo giuridico: salvare vite in mare.

Dal 2014, più di 20.000 persone migranti sono morte o scomparse nel Mediterraneo centrale. Solo nei primi mesi di quest’anno, hanno perso la vita circa 200 persone, mentre più di 4.000 sono state intercettate dalla guardia costiera libica e ricondotte forzatamente nell’inferno libico da cui stavano scappando (dati dell’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni –OIM).

“32.000 SOS dal Mediterraneo – Il viaggio delle donne verso l’Europa”, è il titolo dell’iniziativa che ospiterà panel con giornalisti ed esperti di immigrazione e accoglienza. Da Francesca Mannocchi a Luigi Manconi, dalla giornalista di Repubblica Alessandra Ziniti alla scrittrice Caterina Bonvicini.

Per sostenere la raccolta fondi ci saranno anche cantanti come Frankie Hi-Nrg, Vinicio Capossela e Roy Paci, attori come Anna Foglietta, Ascanio Celestini e Neri Marcorè.

Gli interventi ruoteranno attorno al tema dell’accoglienza, delle donne migranti e dei porti di partenza. Si rifletterà sulla necessità di ripensare il sistema attuale e capire le ragioni della campagna d’odio confluita contro chi decide di salvare vite in mare.

Articoli correlati