Mike Ryan, direttore del programma emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha affermato che «l’attuale scollamento tra la crescita del numero di casi e il numero dei morti», inferiore rispetto alla prima ondata della pandemia, «potrebbe ridursi in maniera molto grave e catastrofica, a meno che non stiamo molto attenti».

Inoltre, la dott.ssa Maria Van Kerkhove ha spiegato che «la minore mortalità è dovuta al fatto che ora siamo in grado di fare più test e tracciamenti» e «curiamo molto meglio i pazienti».

Il direttore dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invece rimarcato che «la stragrande maggioranza delle persone nella maggior parte dei Paesi rimane vulnerabile al coronavirus», ricordando che «gli studi suggeriscono che nella maggior parte dei Paesi meno del 10% della popolazione sia stata infettata dal Covid-19».

IMMUNITÀ DI GREGGE

Tedros Adhanom Ghebreyesus ha poi aggiunto: «Non sappiamo molto sull’immunità al Covid-19. La maggior parte delle persone infettate dal virus sviluppa una risposta immunitaria entro le prime settimane, ma non sappiamo quanto sia forte o duratura questa risposta immunitaria, o come differisca per persone diverse. Ci sono stati anche alcuni esempi di persone contagiate dal Covid per la seconda volta».

Inoltre, «l’immunità di gregge è un concetto utilizzato per la vaccinazione, in cui una popolazione può essere protetta da un certo virus se viene raggiunta una soglia di vaccinazione», ha precisato il direttore dell’OMS, rispondendo a chi sostiene di «lasciare circolare il virus per ottenere l’immunità di gregge».

Ad esempio, «l’immunità di gregge contro il morbillo richiede la vaccinazione di circa il 95% della popolazione. Il restante 5% sarà protetto dal fatto che il morbillo non si diffonderà tra coloro che sono vaccinati. Per la polio, la soglia è di circa l’80%. In altre parole, l’immunità di gregge si ottiene proteggendo le persone da un virus, non esponendole ad esso», ha spiegato il direttore generale dell’OMS.

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