«Ho una fobia, si chiama tripofobia», ha rivelato la showgirl svizzera Michelle Hunziker su Instagram, rispondendo a una domanda di un follower, aggiungendo che «ormai lo sanno tutti, amici e parenti che ho questa fobia».

Si tratta della fobia di gruppi irregolari di piccoli buchi o protuberanze. Questa condizione non è ufficialmente riconosciuta come disturbo mentale ed è raramente citata in articoli scientifici. La parola è formata dal greco τρύπα, trýpa, che significa ‘buco’ e φόβος, phóbos, che significa ‘paura’.

Sebbene non siano stati condotti molti studi sulla tripofobia, molti ricercatori sostengono che essa sia dovuta alla repulsione biologica che associa le forme tripofobiche a pericolo o malattia e perciò si suppone abbia basi evoluzionistiche.

La tripofobia non riguarda solo la paura per i buchi ma anche per altre figure geometrice come piccoli rettangoli, cerchi convessi o altre particolari forme.

Nei casi più gravi, come riportato su My-Personaltrainer.it, la tripofobia può provocare sintomi fisici o attacchi di panico in piena regola, con sudorazione fredda, battito cardiaco accelerato, mancanza di respiro e nausea.

Tra le immagini che scatenano la tripofobia troviamo: bolle di sapone, spugne da bagno, formagio svizzero di tipo emmentaler, tavoletta di cioccolato aerato, baccello di un fiore di loto, fori in un muro di mattoni, tubi impilati, coralli, pori della pelle, soffioni della doccia, fragole e melograni.

II sintomi più comuni: brividi e pelle d’oca, sudore freddo, palpitazioni, formicolio, prurito, disturbi visivi, senso di svenimento o vertigini, respirazione affannosa, sensazione di testa vuota, bocca secca, tremori, pianto e intorpidimento.

La tripofobia può essere può essere affrontata con diverse opzioni terapeutiche (psicoterapia, tecniche di rilassamento, farmaci ecc.), anche in combinazione tra loro.