Oggi, a Kerman, in Iran, la sepoltura del generale Qassem Soleimani, ucciso a Baghdad venerdì scorso da un raid statunitense. Sul posto si sono radunate decine di migliaia di persone.

Intanto, sul fronte politico, l’Iraq ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di condannare l’azione militare di Washington. L’ambasciatore iracheno Mhammed Hussein Bahr Aluloom, infatti, ha parlato di «assassinio» da parte degli Stati Uniti d’America e ha chiesto che si faccia di tutto per garantire «che l’Iraq non venga trascinato in crisi internazionali e regionali».

L’Iran, poi, ha annunciato che la vendetta contro gli USA non avverrà in una sola operazione: «tredici scenari sono stati valutati nel Supremo consiglio di sicurezza nazionale per la vendetta dell’Iran dopo l’assassinio del generale Soleimani, e anche il più debole di questi sarà un incubo storico per gli Usa», ha affermato il contrammirraglio Ali Shamkhani, segretario del Consiglio di sicurezza iraniano, citato da Farsnews: «Prometto alla nazione eroica che la rappresaglia non avrà luogo in una sola operazione, perché sulla base delle dichiarazioni della nostra Guida tutte le forze di resistenza sono pronte a vendicare l’azione degli Stati Uniti», ha aggiunto.

Infine, in merito all’uccisione di Soleimani, intervenendo a Radio24, il leghista Matteo Salvini ha detto: «Quando si colpisce un problema per la pace nel mondo, quando si interviene contro un Paese che ritiene che Israele debba essere cancellato dalla faccia della Terra, è una buona notizia». E ancora;: «Innanzitutto come Paese della Nato, mi aspetterei che l’Italia fosse avvisata, e non legga dell’attacco sui giornali. E conto di avere relazioni tali, non da condizionare, ma quanto meno di discutere», sottolineando che «tutto quello che va contro terrorismo e fanatismo islamico, che resta il pericolo numero uno, è a favore della libertà e dei diritti».

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