Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in conferenza stampa, ha annunciato le dimissioni dei ministri Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto dal Governo Conte, «come da lettera inviata al Presidente del consiglio».
Renzi ha detto: «La crisi politica non è responsabilità di Italia viva ma è aperta da mesi». E ancora: «Davanti a questa crisi il senso di responsabilità consiste nel risolvere i problemi, non nel nasconderli. Siamo consapevoli che la nostra responsabilità è dare risposte al Paese. La crisi non è aperta da IV ma è aperta da mesi. Il salto di qualità non lo ha chiesto Italia viva, ma altre forze politiche».
Renzi ha dichiarato: «La politica richiede il rispetto delle regole, non si possono risolvere i problemi con un tweet o con un post, questo è populismo», aggiungendo che da parte di Italia Viva c’è «una fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica».
Il leader di Italia Viva ha detto: «Nell’affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del consiglio». Si tratta «di tre questioni poste al presidente del consiglio. Se le forze politiche dell’attuale maggioranza hanno voglia di affrontare i temi sul tappeto lo facciano, ma senza continui giochi di parole. La democrazia ha delle forme e se non vengono rispettate allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri».
Renzi ha ricordato che «la prima questione è di metodo: non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri, abbiamo fatto un governo per non darli a Salvini».
Il senatore ha detto: «Abbiamo posto tre questioni al presidente del Consiglio: la prima è di metodo, chiediamo di rispettare le forme democratiche, noi non accettiamo la trasformazione della democrazia in un reality show. Il secondo punto riguarda il merito, c’è un’emergenza da affrontare, c’è bisogno di sbloccare i cantieri, essere nelle condizioni di riaprire le scuole, di avere una linea unitaria sulle grandi questioni industriali, abbiamo bisogno di crescita. Terzo e ultimo punto è il tema del Recovery Plan, abbiamo fatto una grande battaglia sui fondi, e sono state cambiate molte cose, ma altre devono essere cambiate, non c’è dubbio che si sono fatti passi in avanti, ma resta un grande problema: perché non si prende il Mes?».
«Ci vuole coraggio a lasciare un ministero e dimettersi – ha detto Renzi – se le forze politiche dell’attuale maggioranza hanno voglia di affrontare i temi che sono sul tappeto da mesi lo facciano, ma senza rinviare ancora, senza continui giochi di parole e rinvii. La democrazia ha delle forme e se non vengono rispettate come accaduto allora qualcuno deve avere il coraggio di dire anche per gli altri che il re è nudo».
«Voteremo a favore dello scostamento di Bilancio, voteremo le misure anti-Covid e saremo dalla parte del governo per il decreto Ristori: siamo pronti a questo ma non ad altro, non siamo pronti a restare aggrappati al proprio incarico. Siamo pronti a dare una mano, a parlare con tutti senza ideologie, non stiamo facendo niente di irresponsabile ma se c’è una crisi politica la si affronta nelle sedi istituzionali», ha anche annunciato Renzi.
L’ex premier ha poi rimarcato: «Nessuna pregiudiziale né sui nomi né sulle formule, l’unica pregiudiziale è che noi non faremo mai i ribaltoni e non daremo mai vita a governo con le forze della destra anti europeista».
Per Renzi «l’appello di Mattarella sui costruttori è il più bello degli ultimi anni, ma non si costruisce sulla sabbia, se si costruisce sulla chiarezza si è costruttori».
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