Cosimo Di Lauro, ex boss dell’omonimo clan di camorra, è morto in carcere all’età di 48 anni. Era detenuto dal 2005 al 41 bis nel carcere Opera di Milano, scattato un mese dopo l’arresto, durante la faida di Scampia a Napoli, che ispirò Gomorra, il romanzo di Roberto Saviano e poi dell’omonima serie. Tra l’altro, la figura di Genny Savastano sarebbe ispirata proprio a Di Lauro.

La Procura del capoluogo lombardo ha aperto un fascicolo d’indagine sul decesso. L’ipotesi è omicidio colposo a carico di ignoti. Il pm di turno, Roberto Fontana, ha disposto in un’ottica “prudenziale” l’autopsia sul corpo del 49enne, una consulenza medico-legale e una tossicologica.

Tuttavia, stando a quanto si è appreso, sul corpo del boss e nella cella non sarebbero stati trovati segni evidenti o elementi che possano allo stato far ipotizzare un suicidio o una morte violenta. Al momento si propende per una morte per cause naturali ma saranno gli accertamenti medici a fare chiarezza.

Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde e membro della commissione anticamorra, ha affermato: “È giusto che i camorristi sanguinari finiscano i loro giorni in carcere. Inquietanti sono i messaggi di solidarietà e amicizia che stanno scrivendo alcuni cittadini sui social. Ovviamente non si potranno celebrare i funerali di un simile delinquente che va solo dimenticato per il male che ha fatto a tante persone innocenti. Chiediamo alle piattaforme social e in particolare a tik tok di monitorare video e commenti che esaltino e mitizzino questo camorrista portandolo ad esempio”.