È morto Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano (Pesaro – Urbino), che ha scelto la revoca del consenso alla nutrizione e alla idratazione artificiali. Ne ha dato notizia la famiglia. Nel pomeriggio aveva avviato la sedazione profonda.
Fabio Ridolfi, 46enne di Fermignano, immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi (paralisi che coinvolge contemporaneamente la muscolatura volontaria di tutti e quattro gli arti), stava tentando con l’assistenza legale dell’Associazione Luca Coscioni l’accesso al suicidio assistito, possibile in Italia per le persone nelle sue condizioni, come indicato dalla sentenza della Corte costituzionale Antoniani/Cappato.
Dopo una lunghissima attesa, il 19 maggio scorso aveva ottenuto il via libera dal Comitato etico Regione Marche che aveva verificato la sussistenza dei requisiti ma non aveva indicato le modalità né il farmaco che Fabio avrebbe potuto autosomministrarsi.
Ieri, domenica 12 giugno, il Paese si è riunito in piazza per una veglia. Il sindaco Emanuele Feduzi ha affermato: “Vogliamo salutarlo e fargli capire che tutta Fermignano è con lui e con la sua famiglia”. E il fratello Andrea: “Fabio avrà quello che voleva. Non siate tristi, per lui è una liberazione”, tra gli applausi della folla in piazza.
Di recente, Fabio ha spiegato: “Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”.
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