Talvolta per ottenere un risultato si percorrono le strade più complesse senza pensare che quelle da percorrere sono molto semplici e a portata di mano. A Bologna, in via Bombicci, 3 c’è un asilo che si chiama “La trottola” come tantissimi altri all’apparenza, ma così non è. Le insegnanti hanno proposto un’idea che si riallaccia ad una iniziativa adottata in Iran lo scorso ottobre, quando i muri di Mashhad si sono trasformati in Wall of kindness: appendiabiti e cartelli invitavano le persone a lasciare abiti usati affinché i bisognosi potessero servirsene.
Oltre la recinzione dell’asilo è stato creato il Muro della gentilezza, dove si possono lasciare oggetti, indumenti, giochi che possono essere d’aiuto a chi non può permettersi di comprarli. Quindi c’è uno scambio, all’insegna della solidarietà e dell’aiuto concreto. Una testimonianza pratica per aiutare i più sfortunati, e altamente educativa per i bambini che imparano cos’è l’altruismo e la generosità. Il Comune ha appoggiato l’iniziativa e fa sapere che chiunque può donare oggetti, abiti non sciupati ma incartati e altri, che ne sono privi, possono prenderli liberamente.
“Se non ti serve lascialo, se ne hai bisogno prendilo” questo è ciò che vogliono dire tutte le cassette colorate, disposte ordinatamente e che fanno da contenitori. A volte basta solo una piccola idea per creare cose meravigliose. Riduzione degli sprechi, condivisione civica, promozione sociale, questi sono gli obiettivi che si pone questa iniziativa. Un muro diventa così un ponte e invece di dividere, unisce. L’iniziativa, avviata in fase sperimentale, sarà curata fino a fine anno educativo (giugno 2016) e quindi sottoposta a verifica, si vaglierà anche la possibilità di creare un altro muro in una zona non esposta alle intemperie.
La storia ci racconta di tanti muri che per decenni hanno separato le famiglie, come il Muro di Berlino, Berliner Mauer, circondava Berlino Ovest per 161 chilometri, era alto tre metri e mezzo ed è stato costruito il 13 agosto 1961. Al momento della sua caduta, avvenuta il 9 novembre 1989, migliaia di berlinesi dell’est superarono la frontiera accolti festosamente dai concittadini occidentali. Quello più antico è la Grande Muraglia cinese che risale al terzo secolo avanti Cristo, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità come il vallo dell’imperatore romano Adriano, tra Inghilterra e Scozia. Non dimentichiamo la barriera di separazione tra Corea del Nord e Corea del Sud e il muro di 3.300 km che l’India ha costruito per marcare la divisione dal Pakistan.Muri dell’odio, anche religioso, come quello in Irlanda che da più di 30 anni separa i cattolici dai protestanti, o quello di cemento che costruirono a Bagdad gli americani per salvaguardare il quartiere sunnita di Adhamiya circondato da distretti sciiti. In Europa, le frontiere sono state abbattute, eppure in molti Paesi i “muri” restano. In Italia, fino al 2004, c’era il muro che ha diviso Gorizia dalla parte ex jugoslava della città, ora slovena, Nova Gorica. Ma quando i muri cadono e sembra che i Paesi si avvicinino, la Storia si ripete.
Un muro si alza quasi sempre per proteggersi, per paura. E anche nel mondo di oggi, nonostante molte popolazioni si siano avvicinate e siano state abbattute tante barriere, a cominciare dai confini europei grazie al patto di Schengen, di muri ce ne sono parecchi e continuano a essere costruiti
“Se non ti serve, lascialo. Se ne hai bisogno, prendilo”.
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