Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), intervenuto a SkyTg24, ha affermato: «Anche io sono abituato a Natale a fare il cenone con 20 persone, ma quest’anno non si può. Si riaprirà qualcosa, in alcune aree già dal 3 dicembre. Ma non possiamo fare un Natale da liberi tutti, abbiamo fatto un’estate da liberi tutti e abbiamo avuto conseguenze durissime. Quindi anche per lo shopping speriamo di non vedere quelle scene di resse nei negozi per accaparrarsi offerte, non ce lo possiamo permettere».

«Visto che il trend epidemilogico è positivo – ha aggiunto Miozzo – ci sarà probabilmente la riapertura di alcuni spazi e luoghi di ristoro tradizionali e, in alcune parti del Paese, potrebbe accadere già dopo il 3 dicembre».

Per quanto concerne lo shopping natalizio, il dott. Miozzo auspica «di non rivedere quelle fotografie di assalto ad alcuni magazzini dove ci sono offerte particolari perché questo sarebbe devastante. Speriamo ci sia uno shopping rigoroso, nel rispetto delle regole che questa maledetta malattia ci impone».

Sul tema del cenone è intervenuto anche Beppe Provenzano, ministro per il Sud e la coesione territoriale, che su Facebook ha scritto: «Con quello che sta accadendo in Calabria, su cui non possiamo compiere ulteriori passi falsi e bisogna ascoltare i sindaci e coinvolgere le energie migliori di quella terra; con il difficile passaggio parlamentare della Legge di Bilancio, che può sempre essere migliorata ma che offre strumenti straordinari per lo sviluppo e l’equità (insieme al Recovery e ai fondi strutturali); con i morti e i contagi alti, i turni massacranti di medici e infermieri, la complessa gestione delle scuole, i sacrifici di imprenditori, lavoratori e cittadini; ecco, con tutto quello che la pandemia sta determinando, mettersi a discutere del cenone di Natale – non solo sui media ma anche dalle parti del Governo – è non solo prematuro ma inopportuno».

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