La pace è una cosa seria e non basta la coscienza ambientale. Niente Nobel, nonostante le previsioni e le attese, per la giovane Greta Thunberg per la quale la commissione aggiudicatrice avrebbe dovuto istituire addirittura nuove regole. Ma da Oslo arriva una scelta di natura diversa anche se il Nobel viene assegnato sempre ad uno dei favoriti indicati come tali dalla stampa internazionale. Tocca al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali.

La motivazione è semplice quanto chiara “per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea”. Quello del conflitto fra Etiopia ed Eritrea è uno dei punti di crisi del continente africano che provocano migrazioni e vittime. La pace in quell’area del mondo sarebbe una conquista per l’intero pianeta.

“Il premio Nobel per la pace 2019 – ha poi precisato il Comitato in un tweet – intende anche riconoscere tutte le parti interessate che lavorano per la pace e la riconciliazione in Etiopia e nelle regioni dell’Africa orientale e nordorientale”.

“In Etiopia – scrive ancora la commissione aggiudicatrice del Premio – anche se rimane molto lavoro da fare, Abiy Ahmed ha avviato importanti riforme per dare a molti cittadini la speranza per una vita migliore e un futuro più luminoso. Come primo ministro, Abiy Ahmed ha cercato di promuovere la riconciliazione, la solidarietà e la giustizia sociale”.

Resta la delusione per i seguaci della piccola Greta e per tutto quel movimento che si è dato da fare nel mondo in modo più o meno diretto o collegato con le azioni della Thunberg. Un mondo ambientalista che fra i giovani si fa strada anche senza alcun contatto con la stessa Greta. Per lei, forse, ci sarà da aspettare e un premio potrà arrivare l’anno prossimo o più probabilmente quello successivo ancora, quando avrà raggiunto la maggiore età e quando il Comitato avrò anche verificato che non si tratti di un fenomeno passeggero ma stabilmente consolidato e che abbia un effetto importante proprio sulla pace nel mondo. In fondo di incidenti per la fretta di assegnare un Nobel a chi sembrava essere una grande novità il Comitato di Oslo ne ha già vissuti in passato come il premio al primo presidente nero degli States salvo poi scoprire che una guerra sarebbe comunque passata per le sue mani, fra le sue scelte e decisioni

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