Marco e Gabriele Bianchi, accusati dell’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, durante una rissa avvenuta a Colleferro (Roma), nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, davanti al Gip di Velletri nel carcere di Rebibbia, hanno affermato: «Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo interventi per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati».

I due hanno aggiunto: «Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso». Il legale dei fratelli, l’avvocato Massimiliano Pica, al termine dell’interrogatorio, ha poi affermato: «Domani depositeremo nuove prove e testimonianze che contraddicono quelle della Procura. I fratelli Bianchi affermano di non avere visto Willy a terra, vittima del pestaggio», aggiungendo che «i miei assistiti affermano di avere ‘sbracciato’ per dividere gli autori della rissa ma di non avere colpito il ragazzo».

«Anche Pincarelli (l’altro arrestato, n.d.r.) ha affermato di non avere preso parto alla rissa. La Procura contesta il concorso in omicidio preterintenzionale».

LA TESTIMONIANZA DELL’AMICO DI WILLY

Lorenzo, il compagno di corso per cuochi di Willy Monteiro, ha raccontato: «È morto per difendere me e io questa cosa non potrò mai dimenticarla. Sembravano dei folli, furie scatenate. Willy era buono, generoso e quando ha capito che il bersaglio ero io, si è messo in mezzo per placare gli animi ma quelli erano come impazziti».

Lorenzo ha parlato «di venti minuti di terrore mentre Willy gridava di smetterla perché non riusciva più a respirare». A provocare la morte dell’aiuto cuoco potrebbe essere stato un calcio sferrato alla testa.

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