A letto con il suo cane a fare sesso. Questa la notizia che ha riempito i giornali dopo che è stato reso noto quanto sarebbe successo in un paese della provincia veneta.

I raccapriccianti atti sarebbero stati notati dai vicini che avrebbero poi avvisato la Polizia Locale del centro abitato in questione. Gli inquirenti, stante quanto riportato dai giornali, avrebbero poi avviato le indagini denunciando la persona.

Ha destato scalpore il fatto che in Italia non esiste il reato di zooerastia, ossia fare sesso con animali. Fatti raccapriccianti, probabilmente spinti da problemi di altra natura e non solo, visto che, notoriamente, tali compartamenti, sebbene riferiti a tutt’altre situazioni,  diventano oggetto di un ricco filone relativo alla produzione di materiale pornografico.

Nel caso in questione, sembrerebbe che il soggetto ora denunciato dovrà difendersi dall’accusa di maltrattamento di animali, ma non da un reato ancor più specifico come invece previsto da altri paesi.

Per capire come stanno le cose abbiamo chiesto un parere alla dott.ssa Annalisa Gasparre, curatrice della collana “Diritto e Animali”.

E’ vero – ha riferito la dott.ssa Gasparre – non vi è una previsione per la fattispecie in questione e le sentenze finora maturate in Italia non sono molte. L’argomento, dunque, va affrontato con prudenza ma, mettendo un attimo da parte eventuali problemi di diversa natura, sembrerebbe che si stia affermando il concetto che un comportamento di tal genere non può non considerasi come maltrattamento animale”.

Pene, a sentire le polemiche di alcune associazioni, non particolarmente elevate, nonostante il reato di maltrattamento di animali rientri nel nostro Codice Penale nella categoria dei “delitti”. Il tutto, poi, da valutare in funzione di eventuali problemi psichici.

Un altro aspetto – ha aggiunto la dott.ssa Gasparre – è  quello della produzione di materiale filmato o di altro tipo che, sempre in tema in zooerastia, viene commerciato o comunque diffuso. Il legislatore dovrebbe provvedere ad emanare una norma utile a punire non solo il produttore, in genere di difficile individuazione, ma anche il consumatore”.

Dunque, ancora un volta, legislazione lacunosa e riferimenti che allo stato sembrano essere solo giurisprudenziali.

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