• Nuova ipotesi sulle origini del nuovo coronavirus che ha scatenato la pandemia.
  • Lo studio ha fatto riferimento anche al famoso pangolino.

Il SARS-CoV-2 fosse emerso in Cambogia? Mentre gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si trovano in Cina per rintracciare le origini del coronavirus, un team del Museo Nazionale di Storia Naturale (MNHN) ha trovato una sua traccia nel nord della Cambogia. Ne dà notizia Futura-Sciences.com.

La storia comincia nel 2010, quando gli scienziati esplorano diversi siti nel nord della Cambogia per studiare i pipistrelli nell’area del tempio di Preah Vihear.

Ora, sappiamo che alcune specie rappresentano un serbatoio per i sarbecovirus, un sottogenere del coronavirus responsabile in particolare delle epidemie di SARS del 2003. Conservati per 10 anni in un congelatore a -80°C, i campioni sono stati di recente testati dai ricercatori dell’Institut Pasteur du Cambodge (IPC) che ne hanno trovati due con il sarbecovirus.

Dopo il sequenziamento, due varianti di un nuovo virus vicino al SARS-CoV-2, denominate RshSTT182 e RshSTT200, sono state descritte dai ricercatori su bioRxiv.

«Questo virus ha una somiglianza del 93% con il SARS-CoV-2», ha affermato Alexandre Hassanin, ricercatore presso il MNHN e coautore dello studio. Un altro team dell’Università di Tokyo ha, poi, anche scoperto un altro sarbecovirus chiamato Rc-o319.

Il dr. Hassanin ha aggiunto: «Ciò significa che i virus correlati al SARS-CoV-2 circolano da diversi decenni nel sud-est asiatico e nello Yunnan attraverso diverse specie di pipistrello Rhinolophus che si scambiano questi virus nelle caverne in cui coesistono».

Un altro dato corrobora l’ipotesi della Cambogia: «le popolazioni umane di Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam sembrano essere molto meno colpite dalla pandemia del Covid-19 rispetto ad altri Paesi della regione. Ciò suggerisce che le popolazioni di questi quattro paesi potrebbero beneficiare di una migliore immunità collettiva ai sarbecovirus», ha osservato ancora Alexandre Hassanin su The Conversation. Diversi studi, poi, stimano che gli asiatici abbiano incrociato i coronavirus più volte, il che gli darebbe una certa immunità naturale contro il SARS-CoV-2.

Quindi, questi virus come sono arrivati in Cina? In questo casi riecco l’ipotesi del pangolino. In questo mammifero, infatti, sono stati isolati di ceppi di coronavirus vicino al SARS-CoV-2 ma poi l’animale – che è in via di estinzione – è stato escluso perché i ceppi sono troppi distanti per essere i genitori diretti del virus.

Però,  se il pangolino non è direttamente coinvolto nella trasmissione del SARS-CoV-2 all’uomo, potrebbe essere responsabile della sua esportazione in Cina, ha detto il dr. Hassanin.

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