Da due anni il coronavirus condiziona le nostre vite. Ma com’è nato? Da dove ha avuto origine?
L’indagine svolta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) qualche mese fa ha concluso che il coronavirus sia il risultato molto probabilmente di una sua trasmissione accidentale dagli animali all’uomo, senza che si possa escludere un incidente di laboratorio.
Ora, un nuovo studio pubblicato il 16 febbraio scorso sulla prestigiosa rivista Nature, condotto da ricercatori francesi dell’Institut Pasteur, sostiene l’ipotesi di un evento zoonotico. Sebbene il pangolino fosse stato inizialmente ‘incriminato’, per gli studiosi il principale sospettato è il pipistrello.
Gli autori dello studio hanno identificato tre virus con sequenze genetiche molto vicine al SARS-CoV-2. Questi sono stati rilevati nei pipistrelli che vivono tra la Cina meridionale e il nord del Laos e del Vietnam. Questi virus sono in grado di entrare nelle cellule umane attraverso il legame tra il recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2) delle cellule umane e il dominio di legame della proteina Spike del virus, come nel caso del SARS-CoV-2.
Come spiegato su Futura-Sciences.com, i domini di legame della proteina Spike dei tre virus identificati differiscono dal dominio di legame della proteina spike di SARS-CoV-2 soltanto per pochi residui (uno o due). I tre virus identificati sono in grado di legarsi al recettore ACE2 umano con un’affinità ancora maggiore rispetto al ceppo originale di SARS-CoV-2. Inoltre, gli anticorpi anti-SARS-CoV-2 sono in grado di bloccare l’ingresso dei virus identificati dagli autori.
Al contrario, nessuno dei virus identificati ha un sito di scissione della furina (un’enzima) come il SARS-CoV-2 attualmente in circolazione. Questo elemento è essenziale quando il virus entra nella cellula, rendendolo così contagioso.
Come può il virus aver acquisito tale capacità? Ci sono diverse ipotesi. O il virus ha circolato silenziosamente negli esseri umani per un po’, fino a quando non è apparsa questa mutazione che lo ha reso così pericoloso. Oppure ci sono altri coronavirus nei pipistrelli non ancora noti. Tuttavia, questi lavori escludono la tesi dell’incidente di laboratorio. In effetti, è del tutto possibile che il SARS-CoV-2 che conosciamo sia apparso naturalmente perché i ricercatori sono stati in grado di identificarne diversi molto simili.
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