Un padre che non ha mai voluto vedere sua figlia. Una figlia che ha trasformato il dolore in verità giudiziaria. La giustizia ha dato ragione a una giovane donna pugliese che, dopo anni di silenzio, ha portato in tribunale il proprio padre biologico. Il motivo? Non l’ha mai riconosciuta, sostenuta, né cercata. Una vita intera segnata da un’assenza che ha lasciato ferite profonde, al punto da essere riconosciute come danno permanente.
A sancire la storicità della vicenda è stata la sentenza del Tribunale di Brindisi, emessa dalla giudice Roberta Marra, che ha condannato l’uomo a un risarcimento di 78.000 euro per danno non patrimoniale, riconoscendo il peso psicologico dell’abbandono subito dalla figlia. Il caso non è solo giudiziario, ma umano. E apre la porta a una riflessione su cosa significhi davvero essere genitori.
Il padre non si è mai fatto vivo: la figlia vince in tribunale
Come raccontato su Brindisi Report, la protagonista della vicenda è una donna pugliese, oggi adulta, che ha deciso di agire legalmente contro il padre biologico, denunciandone il totale disinteresse. Non si parla solo di un mancato sostegno economico, ma soprattutto dell’assenza affettiva e educativa, nonostante un’ordinanza del tribunale del 2000 avesse stabilito un obbligo di mantenimento mensile.
Secondo quanto emerso in giudizio, l’uomo non ha mai voluto incontrarla. Non l’ha mai aiutata nei momenti difficili, né ha partecipato alla sua crescita. Una distanza non solo fisica, ma esistenziale, che ha lasciato segni profondi.
Un dolore certificato da perizie e testimonianze
La donna, assistita dagli avvocati Maurizio Salerno e Felice Grassi, ha portato in aula non solo i documenti legali ma anche le cicatrici emotive: insicurezze, attacchi di panico, difficoltà relazionali e isolamento sociale. Tutto questo ha compromesso anche il rendimento scolastico e la serenità affettiva. A confermare il trauma è stata anche la consulenza tecnica d’ufficio (Ctu), che ha parlato apertamente di “deprivazione paterna”. La relazione ha identificato un danno biologico permanente del 20%, causato proprio dall’assenza continuativa del padre.
La sentenza: l’abbandono come illecito civile
Nel suo dispositivo, la giudice Marra ha fatto riferimento diretto alla giurisprudenza della Corte di Cassazione, ricordando che: “La violazione sistematica e protratta dei doveri di mantenimento, istruzione ed educazione non costituisce un semplice inadempimento, ma integra un illecito civile ex art. 2043 del codice civile”.
Si tratta, infatti, di una lesione del diritto fondamentale del figlio a una crescita equilibrata, sancito anche dall’articolo 30 della Costituzione. In altre parole, la figura del genitore non è solo economica, ma soprattutto relazionale ed educativa. Quando questa viene meno per anni, non si tratta più di negligenza ma di responsabilità giuridica vera e propria.
Quanto vale un padre assente? Il calcolo del danno
Il risarcimento totale stabilito dal tribunale è di 78.000 euro, così suddivisi:
- 30.000 euro per danno biologico, legato alla compromissione permanente della salute psichica. L’importo è stato stabilito considerando che la donna ha parzialmente superato il trauma attorno ai 24 anni, età in cui ha raggiunto una certa stabilità grazie alla maternità e alla creazione di un nuovo nucleo affettivo.
- 48.000 euro per danno morale ed esistenziale, calcolato in via equitativa per il disagio psico-emotivo accumulato nel tempo.
A questi si aggiungono anche le spese legali e di consulenza tecnica, che il padre dovrà sostenere interamente.
Lo sapevi che…?
- In Italia, secondo l’Istat, nel 2023 oltre 1,2 milioni di minori vivevano in famiglie monogenitoriali.
- Le sentenze per risarcimento da abbandono genitoriale sono ancora rare, ma in crescita, soprattutto nei tribunali civili.
- L’articolo 30 della Costituzione italiana impone ai genitori il dovere – e non solo il diritto – di mantenere, istruire ed educare i figli.
FAQ – Domande frequenti
- Un genitore può essere condannato solo per assenza affettiva? Sì, se dimostrata in giudizio. L’assenza affettiva prolungata può configurare un illecito civile, se causa danni psicologici o relazionali permanenti.
- Serve che il padre non abbia mai pagato il mantenimento? No, ma la violazione degli obblighi economici rafforza la posizione del figlio. In questo caso, il mancato mantenimento era già stato certificato da una sentenza precedente.
- Cosa significa danno morale-esistenziale? È un tipo di danno non economico che riguarda il disagio psicologico e relazionale vissuto dalla persona, con effetti duraturi sulla qualità della vita.
- Cosa può fare un figlio in casi simili? Può agire in sede civile, raccogliere testimonianze e richiedere una perizia psicologica che certifichi il danno subito.
Immagine: IA.






Commenta con Facebook